lunedì 29 settembre 2014

Giusto Monaco: il professore, l'amico, il modello di vita e di studio

Una figura affascinante, ricca dal punto di vista professionale e prima di tutto umano: un uomo d'altri tempi, che guardava senza paura al futuro. Questo e molto altro era Giusto Monaco (Siracusa 1915 – Palermo 1994): grande filologoprofessore in diversi licei italiani e poi ordinario di letteratura latina nell'Università di Palermo, direttore dell'Inda di Siracusa (Istituto nazionale del dramma antico). 

Amici e colleghi come Antonio Alveario, Filippo Amoroso, Gaetano de Bernardis e Adriano Nicosia hanno ricordato a Naxoslegge l'uomo Giusto Monaco: con la battuta pronta, le idee chiare, disponibile verso tutti, di una preparazione impressionante, amante alla follia dei classici greci e latini. Lui che organizzava a casa sua pomeriggi culturali con concerti al pianoforte, rispettoso verso la legge (un Socrate moderno, perché la legge è legge ed è uguale per tutti); lui che a volte con il nipotino in braccio mentre con De Bernardis creava la nuova grammatica latina, o lui che offriva un passito agli ospiti che arrivavano a casaLui che si chiedeva "Siamo sicuri che il picciotteddo capisce questa grammatica?" e la vedeva e la rivedeva, la controllava e ricontrollava; lui che era un maestro di classicità ma soprattutto di vita e che fu criticato quando all'Inda c'erano solo due bagni e ne volle far costruire e comprare altri. 
Un grande uomo, un precisino magari un po' pignolo (diciamo la verità... i classicisti sono chi più chi meno abbastanza pignoli), che non demordeva mai da buon scorpione; lui che ha dato tanto a Siracusa ed è rimasto sempre innamorato della città di Platone, rimanendo affascinato dal teatro greco. Quasi in estasi. 


Dopo questi racconti e ricordi, mi sembra di ammirarlo e di stimarlo cento, mille volte di più. Da giovane laureanda in filologia classica. Mannaggiaammme a non averlo mai conosciuto di persona.

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