domenica 28 settembre 2014

Attraversamenti geopolitici tra antichità e modernità

Una splendida tavola rotonda, un incontro pieno di spunti da portare a casa e su cui riflettere, informarsi ulteriormente e curiosare : questo il ricco risultato che mi ha lasciato l'incontro "Attraversamenti geopolitici tra antichità e modernità", avvenuto nel Museo archeologico di Naxos sabato 20 settembre alle 16.30 all'interno di Naxoslegge (giunto alla 15 edizione). 



Il caldo torrido e l'orario non hanno spaventato il numeroso pubblico, vedendo la qualità dei relatori e le loro lectio mastralis: Lorenzo Braccesi, Eugenio Di Rienzo, Orazio Licandro e Daniele Tranchida hanno catturato l'attenzione dei giovani e dei meno giovani con la loro abilità dialettica, la chiarezza oratoria e l'indiscutibile fascino dell'argomento. 
Un mix e tour de force storico partito dagli imperi di Alessandro Magno e di Augusto per arrivare ai giorni nostri.


Il concetto di "impero" può sembrare lontano oggi, ma in realtà non è così. E poi... Cosa si intende per "impero"? Qual'è il motivo (o per meglio dire quali sono i motivi) per cui un grande impero a un certo punto crolla? Sicuramente dietro una crisi non c'è una sola motivazione, ma una serie di cause che si intersecano tra loro. 
Lorenzo Braccesi, che è stato professore ordinario di Storia greca all'Università di Torino, Venezia e Padova, riporta immediatamente il confronto tra due grandi imperi dell'antichità: quello di Alessandro Magno, un modello dinamico, il quale conquista tutto l'oriente, ma morendo giovanissimo lascia una pesante e complicata successione; il secondo modello, invece, è sicuramente quello di Augusto, esempio di modello statico, in cui tutto il mondo deve gravitare intorno a lui ("urbe orbe"). Lui che nel 2 a. C. ottiene il titolo di "pater patriae" (come Romolo), lui che inaugura il foro di Augusto (uno dei fori imperiali di Roma, il secondo in ordine cronologico, disposto ortogonalmente rispetto al Foro di Cesare, riprendendone l'importazione formale, con una piazza porticata in cui sul lato breve dominava il tempio dedicato a Marte Ultore, collocato sulle pendici del Quirinale, a ridosso del popoloso quartiere della Suburra)


"La costruzione del nuovo foro fu dovuta sia alla moltitudine delle persone sia al numero di processi (da portare a termine), i due fori esistenti (quello romano e di Giulio Cesare) non erano più sufficienti e c'era bisogno di un terzo; per questo si affrettò ad inaugurarlo, senza che fosse ancora completato il tempio di Marte e stabilì che in esso ci fossero i processi pubblici e fossero estratti a sorte i giudici"
(Svetonio, Augustus, 29)



Interessante il libro di Braccesi "Giulia, figlia di Augusto" (edizioni Laterza): donna spiritosa, brillante, estroversa, affascinante; dovunque si muovesse la seguiva un folto stuolo di corteggiatori che ne stimolava l’orgoglio e ne suscitava la vanità. Contestatrice del padre e del suo ipocrita mondo di valori, Giulia non si accorse in tempo del baratro in cui sprofondava: è l’unica figlia del primo ‘imperatore’ di Roma. Donna discussa, criticata, indomabile, musa di poeti e insieme intrigante cospiratrice; Lorenzo Braccesi racconta la storia della sua vita, dal primo accordo di matrimonio stipulato dal padre quando aveva due anni fino alla morte avvenuta lo stesso anno di Augusto. 








In seguito Orazio Licandro, professore ordinario di Diritto romano e di Epigrafia giuridica italiana, ha posto l'attenzione sulla parte giuridica, sulle crisi profonde, sulle motivazioni sociali economiche e giuridiche di un impero e del suo crollo. Ad esempio... Quando è caduto l'impero romano d'occidente? Quali furono le cause? Siamo sicuri che è stato proprio nel 476 come i libri di storia solitamente ci riportano? Odoacre destituì brutalmente Romolo Augusto? Le fonti antiche non parlano di caduta dell'impero romani d'occidente, anche perché l'apparato burocratico restò in piedi. Era allora una convivenza?
Una frase che nella sua semplicità mi ha colpito è stata "Capire il passato serve per comprendere il presente". Mai frase così perfetta in questo contesto. 


Assolutamente imperdibile è stato anche l'intervento di Eugenio Di Rienzo, storico italiano, professore di storia moderna alla Facoltà di Scienze politiche dell'università "La Sapienza" di Roma e direttore, assieme a Gigliola Soldi Rondinini, della Nuova Rivista storica. 
Qual'è oggi la situazione in Afghanistan? Perché si è arrivato a questo punto? Quali sono le cause della situazione politica di questo Paese? Perché ha così importanza? L'importante, fa notare Di Rienzo, è partire dalla geopolitica, dalla posizione di Stato cardine. Gli imperi hanno delle caratteristiche che ben si distinguono dagli stati: non si possono limitare a confini naturali, ma piuttosto a confini militari; l'impero è fatto di frontiere mobili (più si espande, più ovviamente si ha necessità di controllo attento da parte dello stato occupante).
Consiglio personalmente anche di non farvi sfuggire il libro di Eugenio Di Rienzo "Afghanistan . Il grande gioco" (editore Salerno, collana Aculei), in cui si spiega come per la sua eccezionale posizione geopolitica di crocevia dell'Asia e di ponte naturale tra Medio Oriente e Subcontinente indiano, l'Afghanistan sia stata sempre terra di conquista e di competizione politica. 
Un viaggio indietro nel tempo, fino ad arrivare ai giiorni nostri, passando per la Grande Guerra, il Terzo Reich, l'occupazione sovietica, il regime talebano, l'invasione statunitense del 2001, fino a oggi, in quell'area così delicata  tanto da essere stata  definita il "Grande Scacchiere".












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