lunedì 14 ottobre 2013

Incontro con Max Gazzè


(dal giornale on line chair, 30 settembre)

"Apra la sua porta, faccia presto… non importa cosa crede lei di questo movimento, ma l’avverto che al suo posto non ci penserei due volte, dato l’imminente arrivo di Gesù, perché poi non torna più! Mi son reso conto che serpeggia tra i credenti il malcontento per la pioggia di mancati appuntamenti nei millenni, ma si metta nei suoi panni… quell’incetta di pianeti da salvare… di pianeti da salvare!”
Riconosciuta? È una delle hit italiane andata più di moda in primavera/estate: si tratta di “Sotto casa” di Max Gazzè, pezzo portato alla 63ª edizione del festival di Sanremo, a cui è seguito il tour che ha fatto tappa in Italia e all’estero.
Una tournèe piena di soddisfazioni, che l’ha portato a riceve a giugno a Lamezia Terme  il Riccio d’Argento della 27ma edizione della rassegna “Fatti di musica” per i migliori live d’autore dell’anno. Artista romano istrionico e poliedrico Max Gazzè: una persona profonda, che compone una musica col cuore, magari con un motivetto da fischiettare in macchina o da cantare sotto la doccia, ma sempre originale e attuale.  La sua arma? L’intelligenza e l’ironia.
L’abbiamo incontrato in occasione del Sonica Fest a Misterbianco, dove ha fatto scatenare i giovani e i meno giovani con le sue canzoni e il suo modo di coinvolgere i fans.


-Max, tuo padre è siciliano, tu hai vissuto l’infanzia in Belgio. Quanto ha influito nella tua persona e nella tua musica questo mix di culture?

Ciò che credo mi abbia sempre influenzato sono più che altro le mie origini siciliane: mio padre è di Scicli, mia madre catanese di origine greca. Oltre le esperienze dell’adolescenza pregna di tanti contesti diversi, la tendenza genetica ha influito. Credo nel sistema matriarcale, più che patriarcale. Ritengo che la mia vena artistica derivi da mia mamma, discendente di Prassitele: da qui il mio amore per l’arte, la poesia, la pittura e la musica.

-Otto album, tante collaborazioni, duetti, tour di grandissimo successo… Non smetti mai di stupire e sorprendere i tuoi fans.

Sperimentare, crescere, trovare nuovi stimoli fanno parte della mia storia. Ho bisogno continuo di gettarmi in fuochi creativi, di parlare di ciò che vivo. Non mi piace assopirmi. Anche stare insieme in una stanza a guardare un muro può essere d’ispirazione, perché la percezione che hai dell’altro ti condiziona.

-Nel 2010 hai partecipato anche a un film, “Basilicata coast to coast”, con la regia di Rocco Papaleo…

Un film poetico,davvero bello. Non è proprio una commedia, ma una narrazione, una commedia musicale. Ora sto lavorando al film “Incompresa” con la regia di Asia Argento, in cui sto curando le musiche e ricoprirò anche una piccola parte. Mi piacerebbe avere altre esperienze cinematografiche, compatibilmente con il mio lavoro di musicista.

-Cosa consigli ai giovani di oggi?

Trovare un proprio modo di fare musica, proporre qualcosa di innovativo, magari seguendo percorsi alternativi alla televisione e al talent show. Quando ero ragazzo suonavo con gruppi e per essere pronti per un festival lavoravamo mesi e mesi. Ai ragazzi di oggi consiglio di continuare a fare musica.

-Come nasce una canzone?

Se vuoi sapere da dove nascono i fiori, nemmeno il Dio della primavera lo sa.




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