sabato 8 ottobre 2011

JAMEY: IL CORAGGIO DI AMARSI PER QUELLO CHE SI E'



Buon pomeriggio, cari amici miei. Come state? Per caso, sapete chi è questo bel bambino della foto sopra, con questo bel sorriso e gli occhi un pò tristi? No? E' Jamey Rodemeyer, un quattordicenne di Buffalo, nello stato di New York che si è suicidato il 18 settembre. Era vittima di persecuzioni e di bullismo da parte dei suoi compagni di scuola, perché Il piccolo Jamey si era dichiarato bisessuale e aveva intrapreso iniziative pubbliche per difendere se stesso e le persone gay e bisessuali perseguitate. I suoi genitori cercavano di incoraggiarlo e sostenerlo.Jamey era anche seguito da un assistente sociale e da uno psicologo. Ma tutto questo non è servito. Capito cari amici in che mondo viviamo? 




Non so voi, ma io da sempre penso che ognuno al mondo è libero. Libero di fare le proprie scelte, sempre nel rispetto degli altri. Posto che sarebbe bello se fosse irrilevante di chi mi innamoro o se sono attratta da una donna o da un uomo, saranno, in ogni caso,affari miei, o no? 



 Jamey aveva intrapreso iniziative pubbliche per difendere se stesso e le persone gay e bisessuali perseguitate. Un ragazzino coraggioso, che amava quello che era. A volte, ci vuole una vita intera agli uomini per amarsi e accettarsi. Jamey aveva imparato molto presto. Aveva ricevuto moltissimi messaggi di sostegno online da amici e fan di Lady Gaga, ma c’era anche chi gli aveva scritto sulla sua pagina di Formspring (un social network) «Jamie (il nome di Jamey storpiato nella sua versione femminile) è stupido, gay, grasso e brutto. Deve morire!». E anche «Non me ne fregherebbe nulla se tu morissi. Non importerebbe a nessuno. Quindi fallo. Renderebbe tutti più felici». Belle frasi eh?
 La madre di Jamey, Tracy, ha raccontato al Buffalo News che quando suo figlio aveva iniziato a interrogarsi sul suo orientamento sessuale, i suoi compagni di classe avevano preso a infastidirlo ed essere violenti con lui, fisicamente e verbalmente. Questo mi fa pensare molto... Come può essere che degli adolescenti portino alla disperazione un loro coetaneo? Da dove proviene tutta questa violenza? E poi... Gli insegnanti di questi ragazzini dov'erano? Al bagno a fumarsi la sigaretta o a prendere un caffè? Può  essere che non si erano accorti di niente? Mah...Credo che il primo compito di un insegnante sia quello di educare i ragazzi, a insegnargli il rispetto per gli altri, ad accettare anche la diversità sessuale che possono avere delle persone. Ma dico io... Ci vuole tanto? O forse sono più importanti le regole matematiche o studiare la lezioncina su Dante? Il 9 settembre Jamey aveva scritto:" Io parlo sempre di quello che subisco, ma nessuno mi sta a sentire. Cosa devo fare perchè la gente mi ascolti?". Se fosse davanti a me, gli risponderei :" Piccolo grande Jamey, non è vero che nessuno ti sta a sentire. Sai... il mondo a volte è crudele. Molto, estremamente crudele. Ci sono persone limitate che non capiscono tante cose. Ma stai tranquillo, le tue non sono parole buttate al vento. Sei un bambino fortunato ad avere l'appoggio dei tuoi genitori. Vedrai che le cose, pian piano cambieranno". Ciao Jamey, spero almeno che la tua esperienza sia servita almeno a cambiare un pò la situazione.

2 commenti:

  1. Mi sembra troppo piccolo per queste cose. Per me i bambini devono pensare a giocare e a studiare, il resto verrà col tempo.

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  2. Probabilmente si, era troppo piccolo. Ha avuto il coraggio di affrontare una cosa più grande di lui... Mi si è ristretto il cuore quando ho letto questa notizia. Non è giusto! Non dovrebbero MAI succedere fatti simili! Grazie comunque per i commenti, cara Francesca :)

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