Buon pomeriggio!
Vi riporto un mio articolo pubblicato indovinate dove? Sul settimanale Chair ovviamente! Andate su chairmag.it :)
Scrittrice di narrativa, poesia
e testi teatrali. È diretta, schietta e a tratti irriverente; a volte addirittura esagerata, ma, in fin dei
conti, la realtà che ci circonda non è forse un teatro in cui si assiste ogni
giorno a tutto? Insomma… Meglio avere un carattere deciso piuttosto che uno asettico.
No?
Savina Dolores Massa è tutto
questo e molto altro. Ha iniziato a scrivere per caso, se non si prende in considerazione il diario
che ha scritto con amore fino ai 30 anni. Ma la vita, si sa, è strana e
imprevedibile. Il primo romanzo l’ha composto, con la colonna sonora “Casta
Diva” ascoltata in continuazione, quando ha perduto il padre nel 1997, “per
proteggere la sua memoria, per non scordare le sue posture più insignificanti,
il mutare del colore dei suoi occhi quando mentiva”. Il romanzo andrà in stampa
solo nel 2013, avendo probabilmente avuto bisogno di metabolizzare il tutto e
di dare il giusto tempo per sedimentare , senza alcuna forzatura.
“I miei lavori nascono dalla vita che ho vissuto, oltre mezzo secolo. Dalle
storie che mia nonna materna mi raccontava, da quelle che mi racconta mia
madre, e dall’esercizio costante di essere altro da me”.
In effetti tutte le sue opere(tra cui ricordiamo
“Undici”, “Mia figlia follia”, “Ogni madre” per arrivare all’ultima, “Piciocas,
scritta con Michela Murgia, Simona Tilocca, Barbara Parodo, Giulia Clarkson e Milena
Agus), le poesie, le opere teatrali fino ad arrivare agli
articoli pubblicati sulla rivista bimestrale “L’Estroverso”, sono pregni di
realtà. Ogni tipo di realtà, nelle sue molteplici forme.
Amante nell’adolescenza di Charles Bukowski, è rimasta affascinata
soprattutto dalla sua irriverenza, ma il caro vecchio Charles per lei è sempre
stato dietro a Kerouac, ad Allen Ginsberg, ad Heminghway, a Ferlinghetti.
Tra gli autori amati,
ricorda Marquez, Saramago, Wilde, Poe, Henry Miller, Woolf, Amelia Rosselli,
Ortese e la Morante.
Savina Dolores Massa vuole soprattutto dare voce a chi
non ne ha nella società, semplicemente perché vive ai margini di essa. Così, ad
esempio, molto forte e toccante è stata “Adotta una storia”, un’iniziativa che
ha visto la partecipazione della scrittrice con altri dieci colleghi del
panorama letterario sardo, i quali hanno adottato la storia di undici detenuti per
farne un libro, il cui ricavato andrà a uno dei figli dei carcerati.
Gli scrittori hanno trascorso la giornata insieme agli
“ospiti” della casa di reclusione di Isili, che hanno avuto la possibilità di
essere finalmente protagonisti.
Lì la Massa ha conosciuto un ragazzo tunisino di 29
anni, in carcere per spaccio dopo aver tentato fortuna in Italia, dove è giunto
con un barcone di migranti.
“Il suo cognome è Amor, e questo mi è piaciuto molto. Mi ha trasmesso
voglia di vivere e mi ha fatto riflettere ancora una volta sul concetto di
Giustizia. Questo ragazzo sta scontando quattro anni di pena. Non succede
altrettanto per reati ben più gravi, in questo nostro Paese dei balocchi”.
Un’artista a 360°, che non ha peli sulla lingua. In
fondo, ancora ora la sua occupazione
e passione rimane la stessa di quando era una bambina “gracile e bugiarda,
contemplativa, malinconica e con botte di ironia”: l’inventare altre vite.
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