venerdì 22 agosto 2014

Francesco Foti: “L’uomo nero” e la sua possibilità di redenzione


(Tratto dal giornale chair, del 23 luglio 2013)

Ritengo che la macchina da scrivere con i suoi caratteri impressi con forza sulla carta, creando rilievi e piccole fossette, aiuti a mantenere una visione romantica della vita. E poiché mi considero un nostalgico romantico, adoro particolarmente tutto ciò che conserva in sé un aspetto ed un sapore antico. Di questo potrei parlare ore ed ore senza mai stancarmi, quindi magari al momento mettiamo un punto qui”.

Un ragazzo d’altri tempi, Francesco Foti, giovane cantautore, autore e poeta siciliano, amante del dialetto. Già il fatto che utilizzi oggi come oggi la mitica Olivetti Lettera 44 è una conferma dell’impressione che si ha quando lo si incontra: un sognatore, un romantico che vive ben piantato nel proprio tempo, pur distinguendosi dalla massa. Un animo pulito, sensibile e un po’ fanciullesco, che asseconda, senza vergognarsene, il bambino che scalpita, magari in modo  irrequieto, dentro di noi. Il tutto con estrema sensibilità, dolcezza e leggerezza. Sì, leggerezza. Perché c’è bisogno di leggerezza, semplicità, ironia, c’è voglia di ritornare a sognare, nonostante la dura realtà che ci circonda.
Foti ha già firmato, insieme ad Alessandro Canino e Rossano Eleuteri, le canzoni "L'amore è amore" e "Sarai", presenti nell'album "Io" di Alessandro Canino, edizioni ROS group, oltre ad aver pubblicato diverse opere con la casa editrice “Prova d’Autore”(vedi sito www.francescofoti.net).

Il primo singolo, “L’uomo nero”, acquistabile su iTunes, segna l’ esordio discografico di Foti come cantautore. Un tema delicato quello trattato ne “L’uomo nero”: la pedofilia.



“Il brano nasce come una dolce ninna nanna con la parola “nero” che salta qua e là tra le sue note. Pensando ai diritti dell’uomo e nello specifico a quelli dei bambini che sono sempre vittime innocenti. La “fusione” di parole e musica è stata un’alchimia incredibile, ho buttato tutto giù di getto senza fermarmi, limando solo pochissimo in seguito il testo. Il risultato è molto equilibrato ed efficace, e ritengo che la canzone mantenga una sua aura fiabesca nonostante la tematica trattata sia molto cruda. L’arrangiamento curato da Rossano Eleuteri ha conferito al tutto una morbidezza e un’atmosfera da sogno”.

Queste le parole dell’artista, che con umiltà e un pizzico di timidezza ha incontrato i giornalisti alla conferenza stampa mercoledì 17 luglio alla Pinacoteca-Biblioteca di Piazza Manganelli a Catania. Come ha affermato il poeta e critico letterario Luigi Carotenuto, “Francesco Foti ha composto la sua personale fuga, attraverso la fiaba, su un tema delicato, cioè la violenza sui minori”.


“L’uomo nero
Col cappello nero
E col mantello nero
Sembrerebbe Zorro
E non lo é…
L’uomo nero
Ha un medaglione nero
Il sentimento nero
E si direbbe losco
Almeno un po’…
L’uomo nero
Sopra il cuore nero
Indossa un bel maglione intero nero
Che lo stringe un po’…
L’uomo nero
Avvolto nel suo alone nero
Gira per i parchi in nero
In cerca di non so…
L’uomo nero
Senza volto intero
Dona caramelle e leccalecca
A un bimbo che incontrò…
L’uomo nero
Lascia un segno nero
Nella vita del bambino
Che ormai nero diventò…”


Forse, anzi molto probabilmente, questo inquietante  uomo nero è stato segnato a sua volta da un altro uomo nero. La vittima può diventare a volte carnefice. Oppure liberarsi, dopo un difficile, doloroso ma necessario percorso e diventare “bianco”, “come la fata delle nevi”. C’è sempre la speranza di redenzione. Per tutti.



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