giovedì 11 luglio 2013

Alfio Giurato: dal Macs verso il futuro



C’era una volta, in una città della Sicilia, decisamente calda d’estate, nella terra dell’Etna, ormai divenuta patrimonio dell’Unesco, un giovane. Un ragazzo trantacinquenne, bello, alto, timido ma con le idee chiare, pieno di fantasia e di sogni, con tanto tanto talento, che ha ottenuto prima il diploma in decorazione pittorica all’Istituto d’Arte di Catania e poi la laurea all’Accademia di Belle Arti. Ovviamente, come ogni favola che si rispetti, con il massimo dei voti e la menzione speciale. No, non è un personaggio di fantasia o un film o cartone animato scritto da quel geniaccio di Walt Disney che fa sognare grandi e piccini, ma un ragazzo in pelle e ossa. Alfio Giurato il suo nome, che con una valigia piena di sogni, talento e umiltà, è partito per affrontare un difficile percorso (soprattutto oggi). Quello dell’artista. Lui ha scritto la sua storia, o meglio la sua favola, con fatica, sudore e caparbietà.


Le opere di Alfio Giurato sono esposte dal 28 giugno al 15 settembre (dalle 10 alle 19, con chiusura il giovedì) al MACS, il Museo di Arte contemporanea Sicilia, accolto nello splendido sito della Badia Piccola del Monastero di san Benedetto in Via Crociferi, a Catania. In una delle strade barocche più belle d’Italia e d’Europa, a due passi dal monastero famoso per il canto delle suore per la festa della patrona S. Agata, il cui parlatoio ha ispirato Giovanni Verga per la stesura di “Storia di una capinera”, nasce un bellissimo tentativo di creare un magico filo diretto tra l’arte del passato e l’arte contemporanea, tra l’uomo e qualcosa (o per  meglio dire, Qualcuno) che sta più in alto di lui.  Un tentativo perfettamente riuscito. Un luogo che vuole ricreare speranza e spirito attraverso l’arte.


  “Il MacS è solo un piccolissimo gesto, un tenue respiro rispetto all'immensità storico-artistica che lo circonda. Eppure questo piccolo spazio ci consente di ritrovare tra le sue austere mura claustrali, il tempo. Il tempo di riprendere in mano la storia passata e imparare a custodirla con rispetto, di comprendere il presente e di tornare a sognare costruendo il futuro. Il tempo della nuova crescita e dei nuovi incontri. Ed ecco che arriva il tempo di Alfio Giurato". 

Queste le parole di Giuseppina Napoli, direttore del Macs, la quale ha voluto comunque sottolineare, durante la conferenza stampa del 27 giugno, che si è voluto inaugurare il Macs con un giovane (Alfio Giurato, appunto, molto legato a questi luoghi,essendo proprio di Catania), ma rimane un progetto aperto agli artisti di ogni età, più o meno conosciuti. Unici requisiti richiesti: talento, capacità espressiva e valori. Valori e passione che il giovane Giurato possiede, come conferma Alberto Agazzani, curatore d’arte Macs.


Alfio Giurato rappresenta, nella sua estrema violenza e bellezza, la reazione figurativa (e quindi intellettuale) ai quesiti ed alle inquietudini poste a noi da un tempo al termine della sua notte. Utilizzando una tecnica raffinatissima e manifesta di un talento non improvvisabile né indifferente, Giurato dipinge grandi (e piccole) tele con intensità e qualità espressiva sempre al limite del parossismo. La forza delle sue immagini non nasce da nessuno dei "giochetti", delle trovate o degli escamotages infantili, dalle facili (e non di rado volgari) provocazioni tanto care alla contemporaneità più modaiola d'oggi, no e mai. La pittura di Giurato è senza tempo e senza patria, antica alla maniera dell'ultimo Tiziano o Rembrandt, misteriosa e teatrale come un caravaggesco eppure intrisa di un sentire più futuribile che meramente attuale”.
Tele che parlano, figure animate da sentimenti furiosi, spesso in tensione, in un atteggiamento non rassegnato. Una furia trattenuta pronta a esplodere. Un artista dei nostri tempi, un giovane che attraverso la pittura esprime le proprie emozioni, i propri sentimenti, le proprie frustrazioni e le proprie speranze.
Sono sempre stata appassionata di arte, curiosa verso ogni sua corrente (pur avendo intrapreso un diverso corso di studi), insaziabile nella conoscenza, curiosa come un gatto verso ciò che non conosco. L’amore per l’arte credo mi sia stato trasmesso dalla mia famiglia, in particolare da un mio zio, medico brillante e amante dell’arte, tanto da fondare anni fa una rivista artistica distribuita in tutta Italia. Mi piace pensare che tu, zio, mi hai trasmesso la passione per l’arte (così anche per le moto, lo ammetto). Mi piacerebbe discutere adesso con te delle sensazioni che ti suscitano le opere di questo talentuoso giovane. Vai a vedere questa mostra anche tu. Ne vale la pena. Con immutato affetto, la tua nipotina.

"Sogna ragazzo sogna...", R. Vecchioni



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