giovedì 13 giugno 2013

Romana Petri: scrivo ciò che sento



Buongiorno, miei cari amici! A seguito vi ripropongo l'intervista a Romana Petri, neo finalista all'ambito "Premio Strega 2013" con il suo "Figli dello stesso padre", insieme ad Alessandro Perissinotto ("Le colpe dei padri"), Walter Siti ("Resistere non serve a niente"), Paolo Di Paolo ("Mandami tanta vita") e Simona Spartaco ("nessuno sa di noi"). Buona lettura!



Vive tra Roma e Lisbona, viaggiando sempre con il suo gatto Ulisses, trovato 3 anni fa in un sacchetto di plastica azzurra accanto a un cassonetto. Aveva poche ore di vita quando lei e il marito Diogo Madre Deus l’hanno salvato. Ama visceralmente il Portogallo, anche grazie all’amico Antonio Tabucchi,  il quale le fece “un bell'itinerario d'autore. Da quel momento in poi -ammette- non ho fatto altro che tornare in questo Paese”. 


“Ognuno deve seguire la sua strada, senza lasciarsi mai influenzare dagli altri”. 


Questo il consiglio del suo grandissimo amico di Pisa scomparso recentemente. Consiglio che Romana Petri segue alla lettera. La scrittrice e traduttrice romana, finalista al Premio Strega nel 1998 con “Alle case venie”, è come uno scrigno che nasconde mille storie affascinanti, esperienze e curiosità, che l’hanno fatta, però, rimanere sempre con i piedi per terra. Autrice del romanzo “Tutta la vita”, continuazione di “ Alle case venie”, già dopo poche settimane  si è conquistata il primo posto in classifica in Spagna. “Molti anni dopo mi sono detta che, in fondo, dare vita alla storia di Alcina e Spaltero poteva avere un senso. Oggi credo che prima o poi scriverò anche la terza ed ultima parte”. La protagonista del romanzo, Alcina, è una donna tragica, nel senso greco del termine,  e si è come ritirata in sé, dopo la guerra partigiana nel 1948, in cui ha perso tutto. “Il buono della sua vita sta nei ricordi felici della sua famiglia, nel grande amore dei genitori e ciò- continua la Petri- a un certo punto le darà la forza di tentare ancora, anche se tanto curvata dai dolori”. La paura di amare, quindi, quella di Alcina, per non dover soffrire altre perdite. Ma non è lo stesso spavento diffuso anche oggi?

“Oggi, più che altro, siamo persone confuse, e secondo Tolstoj, forse, meno buone, perché lui considerava la confusione dell’anima un cattivo segno”.

 “Oggi dominano i sensi e l’aspetto fisico come mai è successo prima, e con questi presupposti non si costruisce nessun grande amore. La vita in comune -afferma- è fatta anche di buona regia, di molta pazienza e tolleranza. Oggi, consumata quel po’ di carne che siamo, sul barbecue resta solo la cenere”. 


Quando le si chiede il percorso seguito, che l’ha portata a diventare una scrittrice tradotta e pubblicata in Germania, Stati Uniti, Olanda, Inghilterra, Francia e Portogallo, ammette con molta umiltà che non ha seguito un percorso preciso : “Ho deciso di scrivere a 20 anni e ho pubblicato dopo i 30, componendo ciò che sentivo e non quello che poteva avere più successo”. L’idea di fondare la casa editrice “Cavallo di ferro”, invece, è venuta al marito, il quale ne aveva già una in Portogallo. “A me è piaciuta l’idea, soprattutto quella di passare un po’ anche dall’altra parte e vedere la letteratura anche con un diverso occhio. Abbiamo pubblicato molta letteratura lusofona, che in Italia mancava. Credo che abbiamo fatto un buon lavoro. Ovviamente non ci siamo limitati solo alla letteratura lusofona”.                                                                        
Riguardo alla crisi dell’editoria, ritiene che purtroppo “la crisi è combattuta a suon di libri mediocri che costano meno di dieci euro. E la cosa non mi convince per niente. Sono ancora convinta, anche in tempo di crisi, che i libri siano ancora la cosa più a buon mercato per quello che danno in cambio”. Omero, Ariosto, Cervantes, Flaubert, Joyce, Morante, Manganelli, Guimaraes Rosa, Canetti e tanti altri, gli autori su cui si è formata la Petri e che hanno influito sul suo modo di scrivere. Moltissima la passione che trasmette anche semplicemente attraverso un’intervista, infinito e traboccante l’amore per il suo lavoro e la letteratura. Parecchie le soddisfazioni di Romana Petri e gli eventi fondamentali della sua vita: il più importante è, senza dubbio, la nascita figlio Rolando. Le mamme, si sa, hanno sempre quella marcia in più.


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