giovedì 25 ottobre 2012

PARKOUR: DISCIPLINA SPORTIVA E NON SOLO...


Domanda da 1000 di dollari: sapete in cosa consiste il "parkour"? Come, dove è nato e quali caratteristiche ha? Io, ammetto la mia ignoranza, ne avevo solo sentito vagamente parlare prima di documentarmi e scrivere l'articolo che segue pubblicato sulla rivista Chair. Vi scatenate con me?  :)




 “Per capire cosa è il Parkour si deve pensare alla differenza che c'è tra quello che è utile e quello che non è utile in eventuali situazioni di emergenza. Solo allora potrai capire ciò che è Parkour e ciò che non lo è”. David Belle

È una disciplina che sta riscuotendo un grande successo in Italia e nel mondo; una disciplina particolare, in cui chi la pratica sembra volare nell’etere come Batman o altri personaggi dei fumetti. Sto parlando del parkour, nato  nelle periferie di Parigi agli inizi degli anni 80, che consiste nel superare qualsiasi genere di ostacolo, all'interno di un percorso, adattando il proprio corpo all'ambiente circostante. Come? Ovviamente con salti, capriole, arrampicate e altre varie acrobazie.
Il termine fu coniato dal vigile del fuoco David Belle (il quale da lì a poco avrebbe avuto un tale successo da meritarsi l’attenzione del regista Ariel Zeitoun, che lo scelse come attore nel film “Yamakasi. Les samouraï des temps modernes”) e da Hubert Koundé nel 1998, e deriva da “parcours du combattant”, “percorso del combattente”, cioè il percorso di guerra utilizzato nell'addestramento militare proposto da Georges Hébert, insegnante francese e ufficiale nella Marina prima della Grande Guerra. 
Hébert viaggiò per tutto il mondo e fu proprio durante i suoi viaggi che rimase impressionato dallo sviluppo fisico e dall'abilità nel muoversi dei popoli indigeni in Africa e altrove: “I loro corpi erano splendidi, agili e flessibili, abili, robusti e resistenti e non avevano avuto alcun istruttore atletico a formarli, solo la loro vita nella natura”.               
Egli era influenzato dalla lezione del “nobile selvaggio” del filosofo e pedagogista Jean- Jacques Rousseau: solo l'osservazione della natura poteva guidare le persone ad un corretto modo di allenare il fisico.

Il fine ultimo dell'educazione fisica è sviluppare persone forti. In un senso puramente fisico il Metodo Naturale promuove le qualità della resistenza fisica, muscolosità e velocità attraverso esseri capaci di camminare, correre, saltare, muoversi sui quattro arti, arrampicarsi, camminare in equilibrio, lanciare, sollevare, difendersi e nuotare”. Georges Herbert


Mentre era ancora in mare, Hébert cominciò a creare un metodo di allenamento fisico rifacendosi proprio alle abilità dei popoli indigeni che aveva incontrato.                                        Parola chiave del metodo di Herbert è la lentezza dell’allenamento, che deve essere graduale. In questo senso, il parkour è proposto sia come disciplina che come uno stile di vita, un modo di pensare: dopo l'inizio della pratica di questo sport, si inizia ad analizzare tutto in un altro modo. Una difficoltà e un ostacolo diventano delle prove, dei punti di appoggio da superare in maniera efficiente. Di conseguenza, si diventa più forti, più pazienti, dei “guerrieri della luce” come direbbe Paulo Coelho, che non si arrendono mai, ma che davanti a un problema lo sfruttano per rafforzarsi.


Nessun commento:

Posta un commento