sabato 14 luglio 2012

BOSONE DI HIGGS: LA RIVINCITA DEGLI SCIENZIATI

Buon sabato pomeriggio, miei cari amici! Come state? Per me questo è un periodo pienissimo, tra materia universitaria, collaborazioni con giornali e pubblicazione di un libro a cui ho partecipato( di cui vi parlerò prestissimo... Intanto vi avverto: giorno 20 luglio alle 18.30 gli i catanesi non prendano assolutamente impegni!!!).

Vi dicevo che ho iniziato a collaborare con una nuova bellissima rivista, Chair: andate a dare  subito un'occhiata(ne approfitto per salutare tutta la redazione e i collaboratori, nessuno escluso :D).
Il mio primo articolo è stato sul bosone di Higgs, argomento di cui si sta parlando parecchio ultimamente...
Eccolo qui a seguito:


“I risultati presentati oggi dagli esperimenti ATLAS e CMS al CERN rappresentano un passo in avanti di straordinaria  importanza per la conoscenza dell'Universo e dimostrano quanto la fisica delle alte energia sia entusiasmante, utile e necessaria per lo sviluppo”

Queste le parole di Fernando Ferroni, presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, pronunciate davanti a un pubblico emozionato al Cern di Ginevra il 4 luglio 2012, giorno memorabile per gli scienziati e i fisici, in cui si è dichiarata e dimostrata l’esistenza del “Bosone di Higgs”, soprannominato anche “particella di Dio”.
 Ma cos’è un bosone? Perché è tanto importante questo risultato? Da dove proviene un nome così particolare? Facciamo un po’ di chiarezza su un argomento che sta regnando sovrano  nei mezzi di comunicazione negli ultimi tempi.
I bosoni, chiamati così dal fisico indiano Satyendra Nath Bose, sono le particelle che, nel Modello Standard (la teoria più completa che ad oggi descrive com’è fatto l’universo) trasportano una forza. L’altra classe di particelle sono i fermioni, costituenti della materia. Il bosone di Higgs è speciale perché conferisce la massa a tutte le altre particelle; in un certo senso è la chiave di volta dell’intero Modello Standard. Insomma… La possiamo definire una sorta di colla che tiene assieme l’universo.
Nel 1964, durante una passeggiata per le colline scozzesi, il giovane Peter Higgs, schivo e brillante fisico inglese 35enne dell’università di Edimburgo,  intuì l’esistenza di una nuova particella subatomica e, tornato al laboratorio, dichiarò di aver maturato “una grande idea”. 



Il 4 luglio scorso è stato presente anche lui al Cern di Ginevra, visibilmente commosso, quando è stata dimostrata la scoperta della particella che dà la massa ad ogni cosa, che forse è entrata in scena frazioni di istanti dopo il Big Bang per dare il via alla nascita di galassie, stelle e pianeti. Una soddisfazione enorme poter vedere tali frutti così importanti, un esempio da seguire per i giovani ricercatori, anche italiani, molti dei quali sono costretti ad emigrare all’estero a causa della mancanza di posti di lavoro e del terribile spettro del precariato.

“Io la chiamo addirittura Dio, poiché è la particella che spiega come si forma la materia delle altre particelle e siccome queste sono quelle da cui poi deriva tutto – le stelle, gli elementi che abbiamo sulla terra, compresi quelli che compongono gli esseri umani – questa particella è veramente Dio”

Così ha commentato la notizia Margherita Hack, astrofisica e divulgatrice scientifica di fama internazionale, al magazine online BabylonPost. “Il bosone di Higgs – ha spiegato la Hack - ha messo in subbuglio il mondo scientifico. La teoria del modello standard prevede che dovesse esserci un particella, il bosone, detto di Higgs dal nome del suo scopritore, che permette la formazione delle altre particelle: sarebbe a dire la mamma e il babbo delle particelle, e sembra che al Cern siano riusciti ad acchiapparlo”.


Riguardo della sensazionale scoperta lo scienziato Antonio Zichichi afferma che “essa apre l'orizzonte della scienza Galileiana che studia l'Universo Subnucleare alla esistenza delle masse immaginarie. Le masse immaginarie sono parte fondamentale della Logica che regge il mondo. I nostri antenati hanno impiegato diversi millenni per scoprire che, oltre ai numeri detti «reali» c'erano anche quelli cui dettero il nome di numeri immaginari. Molti dei nostri antenati – continua -  ebbero grosse difficoltà ad accettare l'esistenza dei numeri immaginari, così  come molti esponenti della cultura dominante hanno ancora oggi qualche difficoltà ad accettare l'esistenza della massa immaginaria per descrivere la realtà che ci circonda e di cui siamo fatti”. In effetti, Democrito ipotizzò la natura “atomica” della materia: secondo il filosofo nato ad Abdera nel 460 a. C., tutto ciò che esiste è composto di particelle indivisibili (dette infatti in greco a-tomos, indivisibili), che formano la materia disponendosi una accanto all’altra.

Curiosità: perché è chiamata “particella di Dio”?  L’origine del soprannome è del tutto casuale: Leon Lederman e Dick Teresi avevano intitolato il loro libro “Goddam Particle”( cioè “La particella maledetta”), ma l’editore trovò poco glamour l’attributo “goddam” e suggerì di cambiare il titolo in “The God Particle”. Fu così che il bosone di Higgs divenne la particella di Dio.  Perfetta, a riguardo, sembra la battuta di Humphrey Bogart nel film del 1952 Deadline-U.S.A di Richard Brooks : ”È la stampa, bellezza. La stampa. E tu non ci puoi far niente. Niente”.




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