martedì 24 aprile 2012

PRESENTAZIONE DEL LIBRO "LA SPOSA VERMIGLIA" DI TEA RANNO


Buon pomeriggio, miei cari amici. Come va? Eccomi qui, come promesso!
Sabato scorso ho assistito alla presentazione de "La sposa vermiglia", l'ultimo libro della siciliana Tea Ranno ( suoi i romanzi "Cenere" ,finalista ai premi Calvino e Berto e vincitore al premio Chianti, e "In una lingua che non si può dire"). 



La presentazione è stata molto piacevole e diversa dal solito, in quanto la storia è stata descritta dai  pupi siciliani nel teatrino di via della Giudecca, a Siracusa. Sì, avete capito bene! Il libro, infatti, è stato trasposto magistralmente  in sceneggiatura da Simona Lo Iacono, che ha affidato all' interpretazione dei pupari la rappresentazione, lavorando al testo, ai movimenti di questi "attori d'eccezione", agli abiti e alle musiche. Lo so... Ora vi aspettereste delle belle foto, ma... (mannaggia a me) mi si era scaricata la macchina fotografica!

No comment, please!  :) Comunque... Facciamo così... Io cercherò di descrivervi il tutto e voi usate un pò di fantasia. Ok?


Questa la storia:
Sicilia, 1926. Vincenzina Sparviero è la figlia attraente ma fragile di una famiglia di nobili siciliani, una ragazza, si dice in paese, troppo cagionevole per diventare madre. Ma della sua presunta sterilità al vecchio don Ottavio Licata non sembra importare granché, e così il matrimonio d’interesse fra la “palombella” mansueta e obbediente e il ricco sessantenne, fascista e mafioso, è combinato. Un pomeriggio di primavera, però, quando il fidanzamento è stato ormai annunciato, improvvisamente Vincenzina incontra l’amore negli occhi ambrati di Filippo Gonzales. Da quel momento la ragazza si difende dal futuro che incombe imbastendo nella fantasia le immagini di una gioia impossibile: seduta alla finestra della sua stanza a ricamare e sognare, attende il passaggio della sagoma amata con il passo lento, le mani in tasca, uno sguardo fuggevole verso di lei. Nella china lenta e inesorabile che conduce, sul filo della tragedia, al matrimonio annunciato, assaporiamo la storia struggente di un amore probabilmente impossibile.

Nella sceneggiatura della Lo Iacono la protagonista è rappresentata come metà donna e metà uccello (suggestivo e, a mio avviso, azzeccato l'uso del "nome parlante", quel fatidico cognome Sparviero, che indica anche un modo di essere di Vincenzina, quel cercare qualcosa di alto, di vero, di importante nella propria vita, quel realizzare i propri sogni, anche nascosti). Ebbene sì, quelle ali nella schiena sono proprio efficaci!
Nella prima scena Vincenzina si presenta, nel suo candore e semplicità ; lei che, si dice nel paesino siciliano in cui vive, non può avere figli e viene definita addirittura "malata". Allora perchè don Ottavio la sceglie come sposa?  "Perchè?", si chiede la gente e la vecchia mamma del boss. Probabilmente proprio per la purezza e ingenuità della fanciulla, forse per il voler riscattarsi del marcio che l'ha circondato e lo circonda ancora, frequentando i bordelli. 
Questo modo di essere pulito della giovane si può notare nella scena in cui  Vincenzina discute con la maliziosa cugina Gioconda del bel Filippo, il cui sguardo triste e profondo ha colpito da subito la protagonista. Vincenzina sogna, fantastica ad occhi aperti, immagina l'incontro col suo amato Filippo, rappresentato  sulla scena senza un volto, proprio per sottolineare il suo essere etereo.
Insomma... Si intersecano due universi paralleli: da una parte, le carezze della mente, che crea immagini e scenari nei quali ritrovare se stessi; dall'altra, la realtà piccola e soffocante del paese, delle matrone che chiacchierano, degli uomini che invidiano, in gelosie e ricatti che ingabbiano le persone.
Riuscirà la nostra eroina a cambiare il corso della storia, ad aprire metaforicamente le sue ali per volare sopra le bassezze e realizzare davvero quello che desidera? 






8 commenti:

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  2. Incantevole immagino la rappresentazione con i pupi ! L'autrice deve essere rimasta molto soddisfatta ! Spero di poter dare un'occhiata al libro ! Buona serata, Pietro.
    P.S. Mi piacerebbe molto anche aver notizie di questi teatrini nella tua Sicilia. Ve ne sono molti in attività ?

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  3. Sì, è stata una rappresentazione veramente bella e particolare. E' stato un pò come tornare bambini d'un tratto!
    Per quanto riguarda i teatrini di pupi in Sicilia, ti posso dire che a Siracusa cen'è solo uno in Ortigia, in via della Giudecca, dove appunto si è tenuta la presentazione del libro. In altre città sinceramente non saprei. Ormai credo che siano davvero pochi purtroppo, ma penso che ce ne sarà ancora qualcuno. Magari puoi cercare su google se vuoi saperne di più! Un abbraccio

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  4. Che storia triste! E pensare che esistono tante donne in gabbia anche oggi!

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  5. Già è vero! E' una storia triste e purtroppo anche attuale! Mi è piaciuta molto l'ultima frase della rappresentazione, in cui Vincenzina dice:" Guardate bene e state attenti se anche voi avete nella schiena un paio di ali. La mia storia è un pò quella di tutti". Davvero bella. Non trovi?
    Mi fa davvero tanto piacere, cara Francesca, di risentirti! :)

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  6. Chi ha detto che la cultura non va d'accordo con i motori? Guarda il video:
    http://motori.tiscali.it/auto_moto/green/feeds/12/04/24/t_52_20120424_news_900176.html?green

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