mercoledì 4 gennaio 2012

GLI UMANISTI SONO CON LA TESTA TRA LE NUVOLE?

Buon pomeriggio, miei cari amici! Spero che il nuovo anno sia iniziato nel migliore dei modi. Certo... Dopo feste, festini, giocate, abbuffate etc... è difficile tornare alla vita di tutti i giorni. Vero?
Questo post vuole essere (o almeno... spera di essere) uno spunto di riflessione e (magari) un punto da discutere assieme. Quindi... Bando alla timidezza e intervenite, miei cari lettori! Allora... Il tutto parte da una frase di una mia amica di facebook, a cui le è stato detto :"Il problema di voi laureati in discipline umanistiche è che non vi preoccupate minimamente di rendere socialmente utile il bagaglio dei vostri saperi. In altre parole: siete noiosamente autoreferenziali". Aiuto! Mi ha preso un colpo! A maggior ragione perchè sono iscritta nella facoltà umanistica per eccellenza(lettere). E come se non bastasse lettere classiche! Domanda da mille dollari: è davvero così? Gli umanisti sono persone con la testa tra le nuvole, che non riescono ad avere i piedi per terra?





Sì, ok... Magari siamo un pò sognatori e con una particolare sensibilità. Ma mi (e vi) chiedo: non è possibile dare, con questo tipo di studi, un "quid" in più alla società?I valori dei Greci e i loro preziosi insegnamenti sono ormai scaduti o possono essere ancora oggi utili? Non è possibile essere meno" autoreferenziali" e rendere moderne e attuali lezioni, che personalmente, ritengo senza tempo? 

 D'un tratto mi è balenato nella testa la commedia "Le Nuvole", rappresentata l'anno scorso al XLVII ciclo di rappresentazioni classiche di Siracusa. Con precisione il momento in cui i discepoli di Socrate escono da botole (sembravano davvero con qualche rotella fuori posto!) per studiare i movimenti celesti, misurare il salto di una pulce o da dove provenga il ronzio emesso dalle zanzare. Sì, ve lo potete immaginare... Il divertimento in quella scena (come in molte altre... D'altronde l'autore è il grande commediografo Aristofane!) è assicurato. Ma collegando la frase di prima letta nel maggiore social network mondiale e tale scena delle "Nuvole", il riso è diventato, d'un tratto, un pò amaro. 

Da ribelle (quale sono), però, mi oppongo a questo pensiero! Io non voglio essere isolata ed esclusa dal mondo del lavoro perchè studio materie che possono sembrare (ma in realtà sono fermamente convinta che non lo sono) antiquate.



Non so se vi è mai capitato di leggere sul quotidiano "La Sicilia" gli interessantissimi articoli di Silvana Grasso, insegnante di lettere classiche in un liceo di Gela, che sta scrivendo pezzi sulla pagina culturale della domenica (me l'ha "segnalata" un mio amico giornalista e poeta a cui sono davvero grata per questo).



 La sua scrittura attinge molto al mito. E' sicuramente impegnativa, essendo forbita e ricca anche di termini greci e latini. Ma credo che  ne valga la pena, svolgendo una profonda attività di ricerca, che le fa riportare anche dei passi significativi delle tragedie greche. Il suo ultimo pezzo (uscito martedì di questa settimana, visto le feste) era sulla missione politica della tragedia greca, sul ruolo educativo del teatro. "Educare sprovveduti ed ignoranti cittadini, mediante l'esibizione di eventi ed accadimenti, che dovevano destare orrore e pietà, e insegnare che nulla è più di un Dio, che Dio punisce l'arroganza di chi non gli si sottomette, anche se di ghenos regale.  Dio, dunque, è inflessibile punitore dei trasgressori e la punizione è plateale. Ma Dio è anche tutore di valori sacri, quali l'ospitalità, la fides, valori della cui tutela è mallevadore assoluto, perchè si garantiscano tra i cittadini, all'interno della polis, comportamenti pacifici, imposti da inderogabili doveri, garanti proprio della sua sopravvivenza". Uau... Che meraviglia... E' una bella, anzi, splendida sensazione notare che pezzi di questo genere siano un appuntamento nel maggiore quotidiano siciliano. Evviva! Allora,forse, si può rendere abbastanza fruibile la cultura umanistica? D'altra parte, il fatto che negli anni passati (nonostante la solita bestia nera della crisi) si sia registrato un record di spettatori alla rappresentazioni dell'INDA (Istituto Nazionale del Dramma Antico) è o non è un risultato di rilievo? 



Insomma... Per concludere credo che non sia impossibile per gli amanti della letteratura classica(e per coloro che sono iscritti in facoltà come la mia) rendere attuale il pensiero greco e latino e garantirgli la luce dei riflettori, quello spazio che merita. Sta, probabilmente, a noi, con passione, preparazione e anche un pò di inventiva, adeguarci e trovare un modo nuovo ed efficace. Si lo so... Detto così fa paura... Ma  oggi come oggi cosa c'è di semplice???
Aspetto vostri numerosi interventi!  :) 

7 commenti:

  1. Ciao carissima Alessandra, come stai? Io bene. Riguardo a ciò che hanno detto alla tua amica ti capisco, anch'io ci sarei rimasta male. Tante persone tendono a generalizzare e ad etichettare le persone ma secondo me lo fanno solo per invidia ed ignoranza. O magari era un troll, che si divertiva a criticare tutti gli utenti.
    Il fatto che tu abbia aperto questo blog e ti esprima con estrema semplicità e simpatia, significa che non sei gelosa del tuo bagaglio di conoscenze. Ti auguro di avere tanti lettori. Un altro esempio analogo è il blog "Disambiguando" di Giovanna Cosenza, una docente universitaria di semiotica. E' un piacere leggere come viene applicata la sua materia nella vita pratica.
    Io non sono laureata e sicuramente considererei alcune materie che tu studi noiose e difficili da capire ma questo non significa che siano antiquate. Personalmente ho studiato il latino, una lingua morta che però ti fa capire che lingue come l'italiano derivano da essa e ti aiutano a capirne meglio il significato. Questo non è una cosa da poco.

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  2. Carissima Francesca,ti ringrazio innanzitutto per il commento e per il consiglio del blog di Giovanna Cosenza, che vedrò subito con grande piacere. Magari, come hai scritto tu, le persone tendono a generalizzare. Ma di sicuro, per quanto mi riguarda, mi dà fastidio essere etichettata! Mica sono un prodotto da comprare!:)
    Non voglio assolutamente fare la saputella, ma credo che la bellezza di lingue come il greco e il latino sia, oltre al capire molte derivazioni, l'essere "avanti" nel pensiero. Se ti capita, leggi in italiano "sono schiavi, ma anche uomini" o le trame delle tragedie greche e delle commedie. Ti stupirai della loro attualità e della libertà di espressione. Non importa essere laureati. Basta leggere con attenzione e AMORE ciò che abbiamo davanti. Insomma... Queste lingue possono insegnare ancora tanto a noi moderni! Un abbraccio e aspetto tue news :)

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  3. Grazie della tua bella risposta. Il blog che ti ho citato ha questo indirizzo: http://giovannacosenza.wordpress.com
    Scrivimi anche gli autori e gli editori dei libri che mi hai accennato così li cercherò in biblioteca, quando avrò tempo. Non appena mi arriverà leggerò "Streghe", di Lilli Gruber.
    Non che io so che bisogna essere laureate per capire la tua materia (tra l'altro sono più portata per l'"umanesimo" che per le materie scientifiche!) ma io se non capisco le parole di quello che leggo mi stanco subito di leggere quel determinato libro. Detesto inoltre stare ore ed ore seduta sui libri, la mia mente vaga subito. Mi piace leggere per capire e solo le cose che mi piacciono. Come avrai capito, sono una pigrona! Infatti non ero brillante a scuola!

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  4. Mia carissima Ale
    intanto un augurio speciale a questo freschissimo blog, che ha la l'impronta della sua creatrice ed è limpido, sognante, attualissimo.
    Niente come gli studi classici educa all'umanità, al viaggio commosso nell'uomo. E niente come la tragedia e il mito trasfigura la nostra esperienza. Non è un caso che ancora oggi le figure mitologiche e i personaggi del dramma antico siano i "topos" delle luci e delle ombre che dominano l'animo umano: i nodi dolorosi della paternità o della maternità, del destino sviato, dell'amore tradito. La nostra storia, cioè, raccontata all'eternità e quindi sempre viva, vibrante, caldissima delle nostre emozioni.
    Studiare il mondo classico è quindi come tornare all'origine di ogni nostra sensazione e rivisitarla all'atto della sua nascita, riannodando noi stessi a un passato che ancora ci riconosce, ancora urla i nostri nomi, e che, quindi, instancabilmente, ci racconta.
    Ti auguro di vivere sempre la dimensione della classicità come portatrice di senso,
    un abbraccio fortissimo dalla tua
    Simona Lo Iacono

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  5. Mia cara Francesca, il passo di Seneca di cui ti parlavo è tratto dall'opera "Epistolae ad Lucilium" (Epistole a Lucilio). Mi sono trovata sempre bene con le traduzioni delle case editrici Bur, Rizzoli o Garzanti.Delle stesse case editrici puoi trovare le tragedie greche di Eschilo, Sofocle ed Euripide. Se poi proprio vuoi capire davvero il pensiero dei Greci, il loro teatro, entrare nel loro magico mondo(e trovare alla fine del libro i riassunti delle tragedie e commedie) ti consiglio senza ombra di dubbio "Il teatro greco" di Davide Susanetti, docente all'Università di Padova di letteratura greca. A me è piaciuto da morire! Ti spiega per filo e per segno, secondo me in maniera abbastanza chiara, la nascita delle rappresentazioni( come consiglio, comunque, mentre parla di una tragedia, vai a sbirciare alla fine del testo la trama). Spero di averti dato dei consigli saggi, che ti diano una mano a scoprire un nuovo modo di pensare. E ti stupirai del pensiero all'avanguardia degli antichi! Te lo assicuro! Comunque penso che l'importante sia avere sempre sete di conoscenza! Ci vuole pazienza e perseveranza! :) Un affettuoso abbraccio e dammi tue notizie

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  6. Che dire, mia carissima Simona Lo Iacono? L'incontro con te oggi è stato illuminante, adrenalinico, ricchissimo di spunti... Sarei rimasta ore ed ore a parlare con te! Dal tuo commento già si intuisce la facilità con cui scrivi, la tua passione, la tua cultura e formazione. Non per niente sei una scrittrice di grande successo! Ma, prima di tutto, sei una persona speciale, vera e mi ritengo fortunata ad averti come amica! Grazie della tua disponibilità e grazie sempre di essere proprio così come sei! Ps. Seguendo gli insegnamenti del "carpe diem" oraziano, ho comprato oggi pomeriggio "Vita" di Melania Mazzucco e "L'opera al nero" di Marguerite Yourcenar :)

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  7. Mia Ale
    sono io ad essere fortunata!
    Un abbraccio forte e l'augurio che ogni tuo sogno si realizzi!
    Simona Lo Iacono

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