giovedì 20 ottobre 2011

TERRAFERMA: UN FILM DA OSCAR (?)


Un film d'altri tempi, testimonianza dei complicati meccanismi che esistono oggi, cercando di arrivare al bandolo di quella matassa, che ormai, forse, non è possibile più districare. Il film di Emanuele Crialese, già premio speciale della giuria alla Mostra di Venezia, è il film italiano candidato per la corsa agli Oscar. La pellicola - intenso, emozionante racconto dell'incontro tra migranti e abitanti di un'isola simile a Lampedusa - è stata scelta da una commissione composta da addetti ai lavori del cinema di casa nostra, sbaragliando la concorrenza di film altrettanto quotati, in particolare Habemus Papam di Nanni Moretti. Questo perchè, secondo me, la storia è inevitabilmente arrivata dritta al cuore degli spettatori. Sfido chiunque a non commuoversi alla visione di Terraferma!

Un film che all'inizio può apparire "lento", con quelle inquadrature del mare, dei paesaggi e del barcone dei protagonisti. Forse proprio perchè lì, a Lampedusa, la vita acquista altri ritmi, come se fosse tutto a rallentatore, non vivendo una vita frenetica, che invece abbiamo nelle grandi città. E' una vita semplice, dove l'economia è basata sulla pesca e sul turismo. 


Un’isola di pescatori, quasi intatta, appena lambita dal turismo, che pure comincia a modificare comportamenti e mentalità dei suoi abitanti(vedi lo zio del giovane protagonista, interpretato da Giuseppe Fiorello, che mira ad arricchirsi e a sfruttare al massimo le potenzialità del luogo in cui vive, negando l'evidenza. L'evidenza è che, in questa splendida isola, dai luoghi magici, bisogna fare i conti con gli arrivi dei clandestini e con la regola nuova del respingimento: la negazione stessa della cultura del mare che obbliga al soccorso). E' una storia vera, su una grande famiglia di pescatori, composta da un vecchio di grande autorità, una giovane donna che non vuole rinunciare a vivere una vita migliore ed un ragazzo che, nella confusione, cerca la sua strada morale. Vengono tutti messi di fronte ad una decisione da prendere che segnerà la loro esistenza.


Un film in cui le parole sono accompagnate da un forte linguaggio del corpo e dell'espressione del viso(guardate, sopra, il giovane protagonista Filippo, interpretato da Filippo Pucillo, ragazzo che è sempre vissuto su quest'isola, inconsapevole di tutto ciò che c'è fuori, che conosce solo le leggi tutte "sui generis" del luogo in cui vive). Ma forse il vero protagonista silenzioso è il mare. Quel  mare, messo in positio princeps nel film, quel mare testimone degli sbarchi e custode di tutti coloro che cercano salvezza e una vita migliore. Quel mare che ha delle sue leggi( diverse dalla burocrazia), il cui portavoce è l'anziano nonno Ernesto (interpretato da Mimmo Cuticchio, eminenza assoluta del teatro dei pupi, qui prestato con successo ad un ruolo d'attore di cinema).
 Un film che sembra, a tratti, incanalarsi verso la rappresentazione di un dramma famigliare, che riecheggia la vicenda verghiana dei Malavoglia.
 La vicenda ha una svolta decisiva verso la metà, quando nella vita della famiglia protagonista e per estensione di tutta l'isola irrompe il dramma dell'immigrazione. Più precisamente la svolta avviene dopo che Ernesto e Filippo salvano dall'annegamento un gruppo di clandestini, tra cui Sara, una donna incinta che vivrà nascosta nella casa di Giulietta e Filippo. Sara è interpretata daTimnit T. ,vera migrante, che qui si è trovata a recitare una vicenda realmente vissuta quando, pochi anni orsono, sbarcò in Italia a bordo di uno dei barconi che quotidianamente tentano di attraccare sulle nostre coste. Timnit, diciamolo subito, non è un'attrice professionista, eppure il magnetismo del suo volto capace come pochi altri di riempire letteralmente lo schermo, le conferisce una statura assoluta in grado di catalizzare l'attenzione dello spettatore nei mutamenti spesso infinitesimali della sua recitazione.



Un film storico, da fare vedere nelle scuole ai nostri ragazzi. «Non sto più nella pelle, sono davvero sorpreso», il primo commento del regista Crialese, dopo aver avuto la notizia che il suo «Terraferma» è candidato dall'Italia alla selezione della cinquina per il miglior film straniero per l'Oscar. Crialese ha ammesso di sperare in questa candidatura italiana. "Non me lo aspettavo ma lo speravo, questo sì". Decisamente un bel traguardo, dopo essere riuscito a conquistare il Premio Speciale della Giuria in questa edizione del Festival di venezia 2011. Un film duro, crudo, che ci lascia riflettere. Poi sta alla sensibilità di ognuno arrivare a delle conclusioni. 


Forse, a mio giudizio, l'unico tallone di Achille del film (se così si può definire) è l'eccessivo uso del siciliano(tanto che ci sono i sottotitoli, in diverse parti). Una scelta, probabilmente, per far essere più reale il film, ma che non so fino a che punto sarà apprezzabile all'estero.
Spero di essere stata abbastanza esaustiva, miei cari lettori. Vi lascio con una stupenda intervista dell'attore Filippo Pucillo, che racconta in che modo ha conosciuto il regista Crialese... Da vedere!



Ps. Non sono riuscita a mettere il video( stupendo) che volevo in realtà proporvi. Se siete interessati, andate su you Toube e scrivete 

Lampedusa & Pucillo Filippo TERRAFERMA RESPIRO NUOVO MONDO PIEDE DI DIO. 






Nessun commento:

Posta un commento