mercoledì 19 ottobre 2011

A DANGEROUS METHOD: TUTTI SUL LETTINO AD ESSERE PSICANALIZZATI!


Buongiorno, cari lettori, come va? Ieri sera sono stata con un gruppo di amici a vedere l'ultimo film di David Cronenberg con protagonisti Viggo Mortensen, Michael Fassbender e Keira Knightley. "A dangerou method" è un film complesso, con un cast di altissimo livello, che racconta il rapporto tra Freud, il padre della psicoanalisi, e il suo discepolo prediletto Jung, la loro amicizia fraterna e il loro allontanamento. Tra i due si metterà in mezzo la bravissima e bellissima attrice Keira Knighteley, che interpreta Sabina Spielrein, una paziente affetta da una strana forma di isteria femminile. 
Ambientato nella Mitteleuropa dell’inizio del XX secolo, "A Dangerous Method" riprende le vicende realmente accadute dei protagonisti citati, soffermandosi  (con il tipico  spietato occhio clinico di Cronenberg) sulle particolari dinamiche personali e professionali intercorse tra loro: dal triangolo amoroso Freud-Sabina-Jung, all’evoluzione del methodo di cura freudiano, ed  ancora l’inaspettata trasformazione di Sabina da paziente ad allieva analista.


Il film ha diviso il pubblico, soprattutto per chi si aspettava da un regista geniale quanto “pazzo” quale Cronenberg un qualcosa di visionario quanto trasgressivo. Ha però convinto i fautori di un cinema ben raccontato, con una superba ricostruzione storica e pieno di quell’elemento che oggi tende a rimanere in secondo piano, il dialogo, il potere e il fascino della parola. Da questo punto di vista il film è una vera e propria seduta di psicanalisi. E siccome la sceneggiatura ricalca fedelmente il lessico dei due padri della psicanalisi, il risvolto è quantomai affascinante.





Ciò che viene fuori dal film è infatti proprio il differente approcio di Freud rispetto a Jung: il primo infatti si considera un medico che diagnostica un male, ma non lo cura; “Non sono un Dio!”, replicherà al giovane collega Jung. Quest’ultimo, invece, non ce la fa a restare sordo al dolore del suo paziente ed è disposto a tutto pur di lenirlo.



Jung ritiene che per vincere una fobia dell’inconscio si debba andare fino in fondo, accettando anche i rischio di trasformarla in una perenne realtà da condividere con se stessi. Così curerà le turbe sessuali della sua cara paziente permettendone lo sfogo e si farà lui stesso sadico (carnefice) del masochismo di lei. Stiamo parlando di eccitazioni di fronte all’umiliazione. Così facendo la povera donna che odiava il suo corpo, vittima di una sessualità repressa, saprà godere delle sue passioni. Senza più doversi vergognare.





 
Tutto ciò per Freud si rivelerà inammissibile: il sesso è una malattia che per lui non comporta una guarigione, ma solo la consapevolezza di essere malati. Ciò che Jung coglie bene nell’analisi freudiana è il difetto di base di legare, pulsioni, turbe psichiche a motivazioni sentimentali, come il complesso edipico insegna. “Il mondo è molto più ricco e misterioso di quanto lui non voglia pensare”, gli rinfaccia. 

Mi ha fatto sorridere quando ho letto un'intervista a Keira Knightley, che a chi le ha chiesto come ha fatto a essere così credibile nel ruolo dell'isterica Sabina Spielrein, scoppia in una risata e dice:" Sono un'attrice, quindi una pazza". Viva il senso dell'umorismo!

2 commenti:

  1. Eccomi qua, un invito così gentile non si rifiuta! :) Anche questo tuo spazio è molto interessante...A dangerous method l'avevo in programma per i prossimi giorni, dopo la tua recensione sono ancora più incuriosito, ciao!

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  2. Bene sono contenta che ti sia piaciuta la recensione. Vallo a vedere assolutamente! Anche se ci sono scene forti, ne vale la pena! Fammi sapere poi se ti è piaciuto! Buona serata

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