sabato 26 settembre 2015

Dentro due valigie rosse

“Mi sentivo invadente e fuori luogo e nulla poteva modulare questa sensazione perché nessuno la conosceva”. Una frase forte, d’effetto, che lancia al lettore uno sprazzo della complessità  e confusione di un’anima. Una piccola anima fragile in cerca di risposte quella di  Dalì, protagonista del romanzo “Dentro due valigie rosse” di Mavie Parisi (Giulio Perrone editore, che ha ottenuto il premio speciale della giuria al Premio Franz Kafka 2014).


Siamo nei primi anni Settanta, in una famiglia come tante: due valigie rosse sono un po’ un’àncora di salvataggio e un raggio di sole e allegria, visto che per anni i genitori di Dalì le riempiono per le vacanze estive; ma un giorno, ahimè, diventano traditrici: sono davanti alla porta per l’abbandono del padre, che creerà un vero e proprio vuoto. Confusione, panico, un'immagine che diventa una massa indistinta, un grumo di perché non risolti, di silenzi; mancanza di comunicazione, profonda solitudine della madre che vive una “-non vita”. Dalì è solo una bambina e cresce volendo suonare  indisturbata il pianoforte, con il sogno di entrare al conservatorio. A un certo punto però vede che il tempo, quel tiranno di quel tempo, è passato, volato via. Ma la separazione dei genitori e il risentimento di una moglie abbandonata quanto possono incidere sulla capacità dei figli di saper poi affrontare la vita? 

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