“Mi sentivo invadente e fuori luogo e nulla poteva modulare questa
sensazione perché nessuno la conosceva”. Una frase forte, d’effetto, che lancia
al lettore uno sprazzo della complessità e confusione di un’anima. Una piccola anima
fragile in cerca di risposte quella di
Dalì, protagonista del romanzo “Dentro due valigie rosse” di Mavie
Parisi (Giulio Perrone editore, che ha ottenuto il premio speciale della giuria
al Premio Franz Kafka 2014).
Siamo nei primi anni Settanta, in una famiglia come tante: due valigie rosse sono un po’ un’àncora di
salvataggio e un raggio di sole e allegria, visto che per anni i genitori di
Dalì le riempiono per le vacanze estive; ma un giorno, ahimè, diventano traditrici:
sono davanti alla porta per l’abbandono del padre, che creerà un vero e proprio
vuoto. Confusione, panico, un'immagine che diventa una massa indistinta, un
grumo di perché non risolti, di silenzi; mancanza di comunicazione, profonda
solitudine della madre che vive una “-non vita”. Dalì è solo una bambina e
cresce volendo suonare indisturbata il
pianoforte, con il sogno di entrare al conservatorio. A un certo punto però
vede che il tempo, quel tiranno di quel tempo, è passato, volato via. Ma la separazione dei genitori e il
risentimento di una moglie abbandonata quanto possono incidere sulla capacità
dei figli di saper poi affrontare la vita?
Nessun commento:
Posta un commento