(Tratto dal giornale Lipari.biz del 9 settembre 2014)
“Una
cultura «immensa» mai esibita, accompagnata da grande riservatezza e signorilità erano le sue caratteristiche che
lo rendevano caro a tutti, soprattutto a Lipari tra la gente comune, con cui
intratteneva rapporti di vera cordialità: conosceva tutti per nome e
condivideva con loro la bellezza e i problemi. Mi è capitato di vederlo correre
per prendere il traghetto chiamando a gran voce il comandante perché lo
aspettasse. Del suo stile impetuoso ricordo
che nel corso di uno scavo
sull'isoletta di Ognina, tardando il barcaiolo, raggiunse a nuoto l'soletta
con taccuini e penne tenuti in un sacchetto fra i denti!”
Questa
la dolce testimonianza sull'amico Luigi Bernabò Brea di Cettina Voza,
ricercatrice di Storia e Archeologia, che non ha bisogno di presentazioni agli
addetti ai lavori. Una testimonianza, appunto, da amica, che ci fa conoscere
l’illustre archeologo come uomo.
1)Gent.ma dott.ssa Voza, cosa consiglia a un
turista di ammirare nel museo archeologico Luigi Bernabò Brea di Lipari? Quali
sono i “must” da non perdere?
Direi
di dedicarsi al settore delle maschere
teatrali : sono esposte maschere di produzione liparota che rappresentano
l'universo del teatro antico, dal teatro di Sofocle ed Euripide fino alla
commedia di Menandro (vi sono identificati tutti i 44 tipi della Commedia
menandrea). Unico poi il settore sulla formazione e l'aspetto geomorfologico
dell'arcipelago eoliano, straordinario per la varietà e ricchezza delle
documentazioni dovute a collaborazioni di vulcanologi eminenti come il prof.
Rietmann e Il prof. H. Tazieff.
2)La sezione classica presenta ricchissimi
reperti, tra cui anche oggetti di oreficeria. Un tocco vintage che va tanto di
moda per le donne…
Gli
ori provenienti da contesti funerari documentano il gusto e la raffinatezza; una
recente mostra ne ha evidenziato il valore sociale, mettendoli in relazione con
l'universo femminile. Straordinario il complesso di bronzi di età preistorica:
frammenti di armi, strumenti, lingotti di metallo grezzo, che costituiva forse
un tesoro pubblico della città.
3) Il piano terra del museo della sezione
classica (sale XVI-XX, XXVII), oltre a reperti provenienti da scavi effettuati
tra 1950 e 1960 a Milazzo e all’esposizione di sarcofagi, epigrafi e di
cinerari provenienti dalla Contrada Diana, presenta reperti di archeologia
marina…
Luigi
Bernabò Brea viveva il mare come una creatura marina e ad esso approdava
tuffandosi felice da una minuscola barchetta che possedeva; l’esperienza ligure
con Lamboglia (creatore dell'Istituto Internazionale di Studi Liguri di
Albenga) lo portò a riguardare con attenzione ai ritrovamenti subacquei di
relitti e anfore, il cui studio costituisce il cardine delle datazioni fondate
sulla seriazione dei tipi classificati.
4) Secondo lei come si può concretamente rivalutare certi luoghi come le isole eolie e gli stupendi scenari siciliani?
4) Secondo lei come si può concretamente rivalutare certi luoghi come le isole eolie e gli stupendi scenari siciliani?
Il
museo di Lipari famoso nel mondo perché rappresenta l'indiscutibile punto di
partenza per la conoscenza delle vicende che hanno interessato il mediterraneo
centro occidentale dall'alta preistoria fino all'età romana. Continuare con
rigore sistematicità e competenza l'opera svolta da Luigi Bernabò Brea dalla
fine degli anni '40 fino alla sua morte è l'unico modo per poter migliorare la
valorizzazione del patrimonio culturale eoliano.
5) Com'era l’uomo Luigi Bernabò Brea?
Bernarbò
Brea e Paolo Orsi sono state le figure più rappresentative della ricerca
storico-archeologica in Sicilia e nelle
isole minori dal 1800 a oggi. Bernabo Brea unì alle grandi capacità
scientifiche grandi capacità organizzative. Grande la sua umanità e passione per
ogni azione intrapresa, dallo scavo archeologico alla missione per
l'Unesco al Machu Picchu; studiò la
pittura giapponese, della quale si appassionò con la frequentazione giovanile
del Museo d'arte orientale Chiossone di Genova. Così nacque la sua pubblicazione
sulla " Pittura dell' effimero", gli Ukiyo-e. Nel viaggio che ho
fatto con lui in Giappone, ho scoperto la grandezza anche della letteratura
orientale, allora accessibile solo in edizioni francesi, ma di cui mi aveva
fornito ampia scelta di testi.
Foto: Bernabò Brea
con la nipote Maria mentre osserva un vaso miceneo rinvenuto in una tomba di
Thapsos nello scavo di Giuseppe Voza, autore della foto.
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