Buongiorno, miei cari amici! La famosa frase di Socrate "So di non sapere" è perfetta in questo caso, per quanto mi riguarda. Ammettendo la mia ignoranza, non conoscevo l'anticonformista regista e sceneggiatore brasiliano Glauber Rocha.
Per questo ringrazio doppiamente l'amico e poeta Giovanni Parentignoti: innanzitutto per la sua disponibilità ed entusiasmo che lo caratterizzano; e poi, cosa assolutamente non secondaria, per avermi fatto conoscere questo regista (spero, pian piano, di far fronte alla mia ignoranza a tal proposito).
Poeta originario di Avola, Parentignoti ha pubblicato nel 2009 la raccolta di poesie e racconti "Homo minor mundis" (editrice Urso), a cui seguono diversi riconoscimenti e vittorie ( tra cui, nel 2011 l'attestato di merito al concorso "UILDM-Io Esisto" Ottaviano
Napoli con la poesia "Preghiera del Disabile"; nel 2012 viene selezionato per una raccolta intitolata "Una storia da
nomadi" indetto dal fan club dell'omonimo gruppo musicale col racconto
"Naracauli"). A
maggio del 2013 esce la sua seconda opera “ Amara creatura” Kimerik editore. Per ulteriori informazioni o per leggere delle poesie di Giovanni Parentignoti, cliccate sul link http://wordsocialforum.com/2012/09/25/inediti-di-giovanni-parentingnoti/.
Buona lettura!!!
Parlare di Glauber Rocha significa parlare di cinema di
liberazione. Come spesso viene detto, il Cinematographe nasce a Parigi in una
sera del lontano 1895, precisamente il 28 dicembre, nello scantinato del Grand
Cafè, al salon Indien: trentatré spettatori pagano un franco per assistere alla
proiezione dei dieci film brevi proposti dai fratelli Lumiere. Tra questi vi è Georges Melies (http://it.wikipedia.org/wiki/Georges_M%C3%A9li%C3%A8s), che diverrà maestro impareg- giabile della surrealtà
filmica, vista, dissipata e elevata ad opera d'arte. Cominciano già a scontrarsi
due filosofie di pensiero: quella del cinema menzogna e quella del cinema
poesia.
I primi film brasiliani( 1898), raccontano del mito della
ricchezza e di mondi improbabili, considerando lo spettatore quasi come un bambino
inebetito; si tratta di cinema spazzatura, che copia anche malamente i prodotti
europei e nord-americani.
Il cinema è già retorica, propaganda nichilistica del potere e del pensiero dominante; si tende a imprimere l'impoverimento ideologico e culturale e la soggezione al dominante, ma alcuni autori come Humberto Mauro, Mario Peixoto e Barreto si ribellano a questa logica cominciando a parlare di estetica del cinema brasiliano.
Il cinema è già retorica, propaganda nichilistica del potere e del pensiero dominante; si tende a imprimere l'impoverimento ideologico e culturale e la soggezione al dominante, ma alcuni autori come Humberto Mauro, Mario Peixoto e Barreto si ribellano a questa logica cominciando a parlare di estetica del cinema brasiliano.
Dagli anni '20 agli
anni '60 vi è una nicchia cinematografica che esprime le profonde lacerazioni
della società brasiliana, violentata in ogni aspetto: si va da " O segredo
do Corcunda" di Alberto Traversa a " Primeira missa" di Lima
Barreto. Fu l'opera di Peixoto
"Limite" , ad aprire la strada all'onda libertaria che
fiorisce in Brasile col nome di Cinema Novo. Figura dominante dello stesso è
Glauber Rocha (Vitoria da Conquista, 14
marzo 1939 – , Rio da Janeiro 22 agosto 1981).
Il suo è un
cinema di liberazione, anarchico; è un ribelle che non si tira indietro nelle
battaglie delle idee. Ha un rapporto profondo con la libertà e rifiuta endemicamente ogni forma di potere;
non comprende come una minoranza dell'umanità possa essere causa principale
della fame, nella quale versa la maggioranza degli umani.
Rocha s'incontra con
Godard, Straub e Vertov, dichiarando guerra al cinema spettacolare integrato
nella società dello spettacolo. Definisce il cinema stesso come " secchio
dell'immondizia delle belle arti" e lo svuota di ogni presunzione
spettacolare o di basso prodotto
alimentare.
Le sue sequenze sono piene di cinismo, anarchia,
irriverenza, romanticismo e inquietudine, piene di poetica libera da regole di
composizione e contrarie al montaggio discorsivo; il cinema udigrudi di Rocha è
un insieme di tracce mnesiche che costruiscono una storia, che è la sua e
quella del Brasile. L'unione delle immagini è musicale e nei suoi film si
viaggia , si piange d'amore e si sputa contro lo schermo; si torna in un'epoca
dove tutti sognavamo di essere fratelli e sorelle e nei suoi personaggi è
facile ritrovare sia Socrate che Cartesio, sia Marx che Cristo.
Il suo primo
lungometraggio è del 1962 e si intitola "Barravento"; nel 1964 dirige “Il
dio nero e il diavolo biondo” ("Deus e o diabo na terra do sol"), ambientato nel
nord-est del Brasile, in cui Rocha segue
il tracciato della siccità attraverso una coppia di contadini alla ricerca
della liberazione; nel 1967 dirige Terra in trance e nel 1969 è costretto ad
abbandonare il Brasile per la durissima censura governativa.
Continua a lavorare sia in Africa che in Europa, collaborando con diversi artisti tra i quali Carmelo Bene.In ogni documentario, lungometraggio o scritto, Rocha utilizza l'arte del realismo per tessere passioni utopiche.
Continua a lavorare sia in Africa che in Europa, collaborando con diversi artisti tra i quali Carmelo Bene.In ogni documentario, lungometraggio o scritto, Rocha utilizza l'arte del realismo per tessere passioni utopiche.
Nel 1962 "Barravento" vince il premio " Opera Prima"
al festival internazionale del cinema di Karlovy Vary, in Cecoslovacchia.
Nel 1966 "Deus e o Diabo na Terra do Sol" vince il Gran Premio Latino-americano al festival del Mar del Plata, in Argentina e nel 1967 “Terra em Transe” viene proibito in tutto il territorio brasiliano per essere considerato irriverente verso la chiesa e sovversivo; l'anno seguente Jean-Luc Godard invita Rocha a recitare nel suo film “Vent d'est”, dove Rocha interpreterà se stesso.
Nel 1966 "Deus e o Diabo na Terra do Sol" vince il Gran Premio Latino-americano al festival del Mar del Plata, in Argentina e nel 1967 “Terra em Transe” viene proibito in tutto il territorio brasiliano per essere considerato irriverente verso la chiesa e sovversivo; l'anno seguente Jean-Luc Godard invita Rocha a recitare nel suo film “Vent d'est”, dove Rocha interpreterà se stesso.
Nel 1969 il
lungometraggio "Antonio das Mortes" viene
presentato al Festival di Cannes : Glauber divide il premio come miglior
regista con Vobtech Jasny.
Dal 1972 Rocha riprende a Cuba il progetto America
Nuestra, che aveva pensato prima di "Terra em Transe"; con Marcos Medeiros
produce "Historia do Brasil", terminato grazie alla collaborazione di
Renzo Rossellini e venduto alla RAI.
Rocha, tornato in Europa nel 1973, abita a Roma e continua a
portare avanti tantissimi progetti e collaborazioni; nel 1981 incontra il
presidente brasiliano Joao Batista Figueiredo in Portogallo, ma la sua
retrospettiva viene bloccata al quinto giorno di proiezione per un incendio (alcune
copie vengono anche distrutte dal fuoco). Intanto in Brasile viene pubblicato
" Revolucao do Cinema Novo", una raccolta di articoli e cura di e
interviste con Glauber Rocha, organizzata da lui stesso.
Si aggravano, intanto, i suoi problemi di salute. Roche nel
marzo del 1981 si sottopone a un trattamento per la broncopolmonite; il 21
agosto viene riportato in Brasile dal Portogallo. Muore il giorno dopo.
Da quel giorno, i suoi film saranno proiettati in retrospettiva
in diversi paesi del mondo. A settembre il festival internazionale del cinema
di Figueira da Foz, Portogallo, e l'Encuentro de L'Intelectuales por la
Soberiana de Los pueblo de Nuestra America, a Cuba, rendono omaggio al genio del
cinema maledetto, Glauber Rocha.
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