Già nel 2000 l’ex governatore di Bankitalia Antonio
Fazio aveva parlato di share economy come possibile soluzione per rilanciare le
imprese. Rendere, cioè, partecipi i dipendenti di un’azienda, magari rendendoli
azionisti o soci che possano condividere le sorti di sviluppo o regressione del
loro posto di lavoro.
“A fronte di
ricavi che possono oscillare fortemente in un’economia molto aperta verso
l’estero, è necessario che i costi del lavoro non siano rigidi. La massa
salariale deve potersi adeguare alle necessità della produzione, ai ricavi. In
fasi di congiuntura negativa devono ridursi i costi complessivi”.
Queste le parole di Fazio in un'intervista a”La
Repubblica” del 7 luglio 2000.
Ma non è tutto.
La share economy fa parte, ormai
per molti, del quotidiano: appartamenti, auto, posti auto, vestiti, regali
ricevuti e non molto apprezzati, che sarebbero stati conservati nel fondo di un
cassetto… Il campo è davvero vasto. Oggi sono nate svariate piattaforme
tecnologiche create per far funzionare questi trend.
Airbnb,ad esempio,è una comunity fondata
nell’agosto 2008, all'interno della quale è possibile trovare una soluzione per
una vacanza alternativa sfruttando stanze vuote o case messe a disposizione
dagli iscritti al sito. Un'altra area di grande sviluppo della condivisione
delle risorse è legata all'automobile:è possibile, iscrivendosi a siti come carpooling, trovare dei compagni di
viaggio pronti a condividere la propria macchina con chi deve affrontare lo
stesso tragitto, ad esempio per andare al lavoro. Volete noleggiare qualcosa?
Andate subito a curiosare nel sito di anyhire!
Volete scambiare i vostri abiti, per non usare sempre gli stessi? In questo
caso 99dresses fa per voi! Potrete scambiare i vostri
abiti usati con dei "bottoni", che sono in realtà moneta di scambio
per acquistare altri vestiti. Sono addirittura in corso prove con i cani: poche
ore per godersi momenti senza prezzo con il caro vecchio Fido.
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