Buon sabato pomeriggio, miei cari amici! Come state? Per me questo è un periodo pienissimo, tra materia universitaria, collaborazioni con giornali e pubblicazione di un libro a cui ho partecipato( di cui vi parlerò prestissimo... Intanto vi avverto: giorno 20 luglio alle 18.30 gli i catanesi non prendano assolutamente impegni!!!).
Vi dicevo che ho iniziato a collaborare con una nuova bellissima rivista, Chair: andate a dare subito un'occhiata(ne approfitto per salutare tutta la redazione e i collaboratori, nessuno escluso :D).
Il mio primo articolo è stato sul bosone di Higgs, argomento di cui si sta parlando parecchio ultimamente...
Eccolo qui a seguito:
Eccolo qui a seguito:
“I risultati presentati
oggi dagli esperimenti ATLAS e CMS al CERN rappresentano un passo in avanti di
straordinaria importanza per la
conoscenza dell'Universo e dimostrano quanto la fisica delle alte energia sia
entusiasmante, utile e necessaria per lo sviluppo”
Queste
le parole di Fernando Ferroni, presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica
Nucleare, pronunciate davanti a un pubblico emozionato al Cern di Ginevra il 4
luglio 2012, giorno memorabile per gli scienziati e i fisici, in cui si è
dichiarata e dimostrata l’esistenza del “Bosone di Higgs”, soprannominato
anche “particella di Dio”.
Ma cos’è un bosone? Perché è tanto importante
questo risultato? Da dove proviene un nome così particolare? Facciamo un po’ di
chiarezza su un argomento che sta regnando sovrano nei mezzi di comunicazione negli ultimi tempi.
I
bosoni, chiamati così dal fisico indiano
Satyendra Nath Bose, sono le particelle che, nel Modello Standard (la teoria
più completa che ad oggi descrive com’è fatto l’universo) trasportano una
forza. L’altra classe di particelle sono i fermioni, costituenti della materia.
Il bosone di Higgs è speciale perché conferisce la massa a tutte le altre
particelle; in un certo senso è la chiave di volta dell’intero Modello Standard.
Insomma… La possiamo definire una sorta di colla che tiene assieme l’universo.
Nel
1964, durante una passeggiata per le colline scozzesi, il giovane Peter Higgs, schivo e brillante fisico inglese
35enne dell’università di Edimburgo, intuì
l’esistenza di una nuova particella subatomica e, tornato al laboratorio,
dichiarò di aver maturato “una grande idea”.
Il 4 luglio scorso è stato
presente anche lui al Cern di Ginevra, visibilmente commosso, quando è stata
dimostrata la scoperta della particella che dà la massa ad ogni cosa, che forse
è entrata in scena frazioni di istanti dopo il Big Bang per dare il via alla
nascita di galassie, stelle e pianeti. Una soddisfazione enorme poter vedere
tali frutti così importanti, un esempio da seguire per i giovani ricercatori,
anche italiani, molti dei quali sono costretti ad emigrare all’estero a causa
della mancanza di posti di lavoro e del terribile spettro del precariato.
“Io la chiamo
addirittura Dio, poiché è la particella che spiega come si forma la materia
delle altre particelle e siccome queste sono quelle da cui poi deriva tutto –
le stelle, gli elementi che abbiamo sulla terra, compresi quelli che compongono
gli esseri umani – questa particella è veramente Dio”
Così
ha commentato la notizia Margherita Hack, astrofisica e divulgatrice
scientifica di fama internazionale, al magazine online BabylonPost. “Il bosone
di Higgs – ha spiegato la Hack - ha messo in subbuglio il mondo scientifico. La
teoria del modello standard prevede che dovesse esserci un particella, il
bosone, detto di Higgs dal nome del suo scopritore, che permette la formazione
delle altre particelle: sarebbe a dire la mamma e il babbo delle particelle, e
sembra che al Cern siano riusciti ad acchiapparlo”.
Riguardo
della sensazionale scoperta lo scienziato Antonio Zichichi afferma che “essa apre l'orizzonte della scienza Galileiana che studia
l'Universo Subnucleare alla esistenza delle masse immaginarie. Le masse
immaginarie sono parte fondamentale della Logica che regge il mondo. I nostri
antenati hanno impiegato diversi millenni per scoprire che, oltre ai numeri
detti «reali» c'erano anche quelli cui dettero il nome di numeri immaginari.
Molti dei nostri antenati – continua - ebbero grosse difficoltà ad accettare
l'esistenza dei numeri immaginari, così
come molti esponenti della cultura dominante hanno ancora oggi qualche
difficoltà ad accettare l'esistenza della massa immaginaria per descrivere la
realtà che ci circonda e di cui siamo fatti”. In effetti, Democrito ipotizzò la natura
“atomica” della materia: secondo il filosofo
nato ad Abdera nel 460 a. C., tutto ciò che esiste è composto di particelle
indivisibili (dette infatti in greco a-tomos,
indivisibili), che formano la materia disponendosi una accanto all’altra.
Curiosità: perché è chiamata “particella di Dio”? L’origine del soprannome è del tutto casuale:
Leon Lederman e Dick Teresi avevano intitolato il loro libro “Goddam Particle”(
cioè “La particella maledetta”), ma l’editore trovò poco glamour l’attributo
“goddam” e suggerì di cambiare il titolo in “The God Particle”. Fu così che il
bosone di Higgs divenne la particella di Dio. Perfetta, a riguardo, sembra la battuta di
Humphrey Bogart nel film del 1952 Deadline-U.S.A
di Richard Brooks : ”È la stampa, bellezza. La stampa. E tu non ci puoi far
niente. Niente”.
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