Debbo ammettere che sono sempre stata una grande fan di Carlo Verdone, attore e regista che ritengo tra i migliori artisti italiani . Ammetto però anche che mi ha sorpreso come scrittore ne "La casa sopra i portici", la prima sua fatica letteraria.
Personalmente mi piace molto leggere libri di ogni genere. Sì, è vero, anche quelli che possono sembrare testi molto leggeri, credo che possano lasciare qualcosa.
Vi riporto qui in seguito la mia recensione pubblicata questo mese su www.lestroverso.it. Andatelo a leggere per chi non lo conoscesse! :)
Vi sono luoghi che rimangono per sempre nel cuore. Luoghi che d’un tratto fanno ricordare odori, rumori, esperienze più o meno piacevoli della propria vita. Un turbinio di emozioni travolge l’attore e regista Carlo Verdone e i lettori de “La casa sopra i portici” (Bompiani). Un grande appartamento di fine ottocento, con un magnifico terrazzo, che affaccia meravigliosamente sul Gianicolo e ” ha regalato i più bei colori alle nostre anime”.
“La mia vita sarà sempre legata al suo ricordo e al suo
robusto, profondo abbraccio”, confessa Verdone nel suo primo libro. Un attico
al terzo piano situato in un imponente palazzo umbertino, dato in affitto dal
Vaticano prima alla famiglia della madre di Carlo, gli Schiavina, poi al padre
del regista e riconsegnato al Vicariato di Roma dopo la sua scomparsa. Verdone,
con la sua solita verve e ironia , ma anche con un pizzico di malinconia e
nostalgia, racconta un “privato” inedito. Lo stile narrativo fluido e suadente dell’autore riesce a coinvolgere il
lettore sin dalle prime pagine.
Moltissimi
gli aneddoti contenuti nel volume, contenente anche diverse foto di famiglia.
Quanti personaggi della cultura e del cinema hanno suonato quel campanello “con
la testa di leone in ottone, con un buco nella bocca dove c’era il pulsante” !
Pier Paolo Pasolini, Pietro Germi, Cesare Zavattini, Roberto Rossellini,
Alberto Sordi, Leonard Bernstein e Gregory Markopoulos, solo per citarne
alcuni. Franco Zeffirelli spingeva il campanello con “due trilli brevi, quasi
operistici”, mentre Federico Fellini “voleva essere atteso al portone di casa e
accompagnato a piedi su per le scale, perché pauroso dell’ascensore”. Fellini
era un grande amico di Mario Verdone,
celebre storico del cinema di fama internazionale, papà di Carlo e “vittima”
preferita dei tremendi scherzi del figlio. Racconta Verdone che una volta lo
mandò su tutte le furie, quando al telefono “parlando con accento toscano, mi
presentai come un vecchio pittore, profondamente indignato per non essere stato
citato nel suo ultimo volume sul Futurismo”. Oltre a divertenti storie e
ricordi, ne “La casa sopra i portici” c’è
ampio spazio per le emozioni, perché l’attore italiano sceglie di non tenere
nascosto nulla e di parlare anche dei momenti dolorosi, dei primi amori e di
tutte quelle esperienze ed emozioni che lo hanno reso l’uomo che è oggi. Forse
proprio per questo motivo Verdone ha affermato che questo libro è il suo film
più importante.
Spero che la recensione abbia suscitato emozioni e sensazioni forti. E voi? Siete affezionati ad un posto in particolare? Perchè? Come può succedere che possiamo legarci tanto ad un luogo o a un oggetto?
Aspetto con ansia vostre notizie
spesso la materialità di un semplice oggetto apparentemente comune può far nascere una gelosia convulsiva nei confronti di questo stesso... evididentemente nasconde ricordi che rievocano in noi sensazioni, sentimenti,odori ,come dicevi tu.. batsa poco per ripercorrere una realtà passata... dopo la tua recenzione potrei leggere il libro :)
RispondiEliminaSono contenta ti sia piaciuta la recensione! Mi ha stupito il passato molto affascinante e ricco di avventure di Verdone... A volte, anche dietro alla comicità, si nasconde una formazione culturale e uno spessore fuori dal comune.
RispondiEliminaPer quanto riguarda l'attaccamento ad un oggetto, io personalmente sono molto affezionata a determinati libri o anche canzoni, che mi riportano alla memoria sensazioni forti del passato.
Una buona giornata, caro amico anonimo ;)
Ale, complimenti per la recenzione... condivido in pieno il tuo pensiero e la tua ammirazione per il grande Carlo! persona dall'animo gentile ed umile... con gli occhi sempre al cielo e l'aria trasognante! a te - che hai saputo cogliere le sfumature profonde del suo essere tra le righe della sua comicità - auguro buon lavoro!!! simo
RispondiEliminaGrazie Simo! Troppo gentile! Spero di riuscire ad andare oltre nelle cose, a leggere ciò che si intuisce da una parola o da una frase che sembra buttata lì a caso, ma che in realtà è frutto di concentrazione e studio.
RispondiEliminaUn abbraccio
Bella recensione nella sua semplicità e romanticismo. Personalmente sono abitudinaria, mi affeziono molto alle cose.
RispondiEliminaGrazie Fra! Sei sempre gentilissima! Mi piace da matti fare recensioni su libri. Spero passi questa mia passione...
RispondiEliminaEbbene sì, lo ammetto: sono un'abitudinaria( anche se mi piacciono anche i "colpi di testa") e una romanticona :)