(Tratto dal giornale Chair del 16 gennaio 2014)
Nato a Melbourne da una
famiglia serba cristiana, classe 1982, sorriso aperto e occhi che parlano da
soli, Nick Vujicic ha fatto del suo tallone d’Achille una forza. Affetto fin dalla
nascita da una rara malattia genetica, la tetramelia, Nick è privo di arti,
senza braccia né gambe; uno solo dei suoi piccoli piedi (li chiama ironicamente
“cosce di pollo”) ha due dita. Inizialmente, i suoi genitori rimasero
scioccati. Come non esserlo? Per quale motivo il loro bambino doveva sopportare
tutto ciò? Perché non poteva, come tutti i suoi coetanei, correre, giocare,
abbracciare chi vuole bene e avere una vita “normale”?
Di sicuro non è stato facile né per loro né per
Nick: i disagi non mancavano, ma la forza di lottare, di non arrendersi, di avere
fiducia e di credere nel domani è stata più forte dell’amarezza e della
frustrazione. All’età di sei anni suo padre gli insegna a scrivere con il piede
e la madre inventa un dispositivo in plastica che gli permette di tenere una penna
o una matita con l’alluce. Preso di mira dai bulli della scuola, Nick
attraversò momenti di forte depressione;
fu un articolo di giornale riguardante un uomo che affrontava ogni giorno
grandi difficoltà dovute ai suoi handicap che gli fece capire che non era il
solo a vivere la disabilità. Addirittura la sua esperienza poteva servire ed
essere sostegno per molti. Doveva vedere ciò che aveva e non desiderare ciò che
gli mancava. Insomma… Vedere il bicchiere mezzo pieno!
Il suo atteggiamento positivo, la sua gioia di
vivere, la caparbietà e la fede in Dio sono state le sue armi vincenti, che lo
hanno portato a diventare un uomo forte, sicuro di sé, uno speaker motivazionale,
direttore di “Life Without Limbs”, organizzazione per disabili. Ha parlato a oltre 2
milioni di persone in 12 paesi; ha imparato a rispondere al telefono, radersi,
lavarsi i denti, pettinarsi i capelli, versarsi un bicchiere d’acqua. Nel tempo
libero gli piace pescare, nuotare, navigare, giocare a golf e a calcio. Lo
scorso 13 febbraio ha avuto la gioia della paternità: con la moglie Kanae
insegnerà molto al piccolo Kiyoshi James.
Sarà un esempio per suo figlio,
così come lo è stato per molti che ha incontrato durante la sua vita.
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