giovedì 4 settembre 2014

Cesare Bocci: un Lancillotto in difesa della cultura

(Tratto dal giornale Chair del 4 febbraio 2014) 

È uno degli attori italiani più amati, con uno sguardo magnetico e fascino da vendere che colpisce. Di presenza più che in televisione. Ho incontrato Cesare Bocci a Cosenza in occasione della seconda edizione del festival del giallo tenutosi il 18-19-20 ottobre, che ha visto la partecipazione di firme di livello internazionale e importanti personaggi del noir italiano, letterario e televisivo (ehm... in questo festival è stato presentato un certo libro intitolato "Animali noir", in cui c'era un certo racconto, "Vita da gatto randagio"... di una certa Alessandra Leone... Voi la conoscete per caso? Si dice che sia simpatica, chiacchierona e che abbia un blog carino... dicono...ok chiusa parentesi, nel vero senso della parola!!!)

Cesare Bocci si è mostrato  ironico, semplice e profondo nel raccontare la sua scalata al successo, dal teatro a diverse fiction di successo, tra cui “Elisa di Rivombrosa” in cui vestiva i panni del medico Antonio Cappi, “Volare- La grande storia di Domenico Modugno, nel ruolo del malinconico principe Raimondo Lanza di Trabia, senza ovviamente dimenticare il vice commissario Mimì Augello ne “Il commissario Montalbano”.


Di origine marchigiana, a 23 anni si è trasferito a Roma per fare l’attore, lasciandosi alle spalle una “quasi” laurea in Geologia (aveva sostenuto tutti gli esami e gli mancava solo la tesi). 
“Bisogna studiare tanto per fare l’attore; è come un artigiano che deve avere il tempo di creare una sedia”, afferma con convinzione. 
Lo stesso parlare in siciliano è stato inizialmente una tragedia. Per lui così come per tutti gli altri attori de “Il commissario Montalbano”, ad eccezione del ragusano Angelo Russo,il mitico agente Agatino Catarella. Impegno e sacrifici ricompensati dall'amore del pubblico e dai complimenti ricevuti, come quando Camilleri gli ha detto: “Ieri hai fatto commuovere me e mia moglie per la tua interpretazione”. Si emoziona ancora a ricordare questo episodio. Ammette che per gli attori girare Montalbano è stato come stare in vacanza, con paesaggi da togliere il fiato, mangiando spaghetti alle vongole alle 9 del mattino per girare le scene e poi continuando a mangiarne ancora (beati loro... dura la vita eh???Ok io ho fame...)


Un grande successo iniziato nel 1999, che ha avuto fortuna anche all'estero (è l’unica fiction italiana ad essere stata venduta anche in Danimarca).

Il teatro, comunque, gli rimane sempre nel cuore. Si percepisce nell'aria: parla in maniera entusiasta dello spettacolo del 2013 “Viva Verdi”, spiegando con passione le trame de “Il Rigoletto”, “Il Trovatore” e “La Traviata” in occasione del bicentenario della nascita del genio di Busseto. Quest’anno, invece, Bocci sta portando  in scena il recital “Parole d’amore”, selezione di poesie e lettere d’amore dei poeti e romanzieri che hanno fatto grande la letteratura italiana dal 200 al 2000. Trasmette amore per la cultura, mettendosi al servizio di essa a 360°, come un Lancillotto in difesa del ricordare e trasmettere ai più giovani. È anche questo che colpisce di Cesare Bocci.




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