martedì 22 luglio 2014

Due minuti per una favola

“Scrivo favole perché mi diverto. Scrivo favole per incontrare gente speciale. Scrivo favole per ritrovare i miei sogni bambini. Scrivo favole per impedire agli altri di raccontarmene, spacciandole come realtà”. Queste le parole di Annamaria Piccione, scrittrice siracusana, al termine del suo “Due minuti per una favola” (Sphaerae- Santocono editore, 5 euro).


Trenta miniracconti deliziosi, per grandi e piccini, che suscitano spontaneamente un gran sorriso e che narrano, tra le righe, l’eterna battaglia tra bene e male, tra vizi e virtù. Un papà, un po’ a corto di fantasia, chiede aiuto alla fata Luccichina per suggerirgli delle piccole storie da raccontare alla propria figlia prima di entrare nel magico mondo dei sogni. La fata Luccichina, ovviamente, non può tirarsi indietro davanti a una richiesta tanto importante.
Benvenuti, allora, in un mondo incantato, pieno di mille colori con scimmie talentuose che dipingono, torte di compleanno che girovagano volendo vedere il mondo, ragazzini svogliati allergici alla geometria, un re obeso del paese di Lardopoli che si sposerà con la principessa Grissina del regno di Acciugopoli. Per non parlare di briganti buoni, elefanti che vogliono rimettersi in forma, ragazze intrappolate nel corpo di una mosca, giocattoli che si svegliano di notte, piedi parlanti, un gatto che sogna di volare!


Non mancano gli insegnamenti di vita: mettere amore in tutto ciò che si fa, come insegna la locandiera Ingrid; la complicità e l’indissolubile legame tra fratelli (in questo caso Anna e Michele); il contadino Bob che non si abbatte mai nonostante le disavventure; la dolce fata Luccichina quando ricorda in una lettera al padre di non dimenticare mai le quattro F che riempiono la vita: fede, felicità, fantasia e fortuna.

Che meraviglia!  Una grande varietà di motivi, di intrecci, passando di pagina in pagina tra luoghi fantastici e contesti più reali. Indiscussa e indiscutibile la sapienza nell’utilizzo delle parole, con cui la Piccione si diverte e gioca, ennesima dimostrazione dell’abilità della scrittrice siracusana, amante dei gatti (nelle sue opere non può mancare mai, infatti, il caro amico felino), con una fantasia senza fondo, una sottile ironia e un modo di conquistare grandi e piccini con la sua semplicità e genuinità. Perché è sempre bello sognare. Ad ogni età.


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