giovedì 15 agosto 2013

Modernità di Seneca...

 "Ho sentito con piacere da persone provenienti da Siracusa che tratti familiarmente i tuoi servi: questo comportamento si confà alla tua saggezza e alla tua istruzione. "Sono schiavi." No, sono uomini. "Sono schiavi". No, vivono nella tua stessa casa. "Sono schiavi". No, umili amici. "Sono schiavi." No, compagni di schiavitù, se pensi che la sorte ha uguale potere su noi e su loro. Perciò rido di chi giudica disonorevole cenare in compagnia del proprio schiavo; e per quale motivo, poi, se non perché è una consuetudine dettata dalla piú grande superbia che intorno al padrone, mentre mangia, ci sia una turba di servi in piedi? Egli mangia oltre la capacità del suo stomaco e con grande avidità riempie il ventre rigonfio ormai disavvezzo alle sue funzioni: è più affaticato a vomitare il cibo che a ingerirlo. Ma a quegli schiavi infelici non è permesso neppure muovere le labbra per parlare: ogni bisbiglio è represso col bastone e non sfuggono alle percosse neppure i rumori casuali, la tosse, gli starnuti, il singhiozzo: interrompere il silenzio con una parola si sconta a caro prezzo; devono stare tutta la notte in piedi digiuni e zitti. Così accade che costoro, che non possono parlare in presenza del padrone, ne parlino male. Invece quei servi che potevano parlare non solo in presenza del padrone, ma anche col padrone stesso, quelli che non avevano la bocca cucita, erano pronti a offrire la testa per lui e a stornare su di sé un pericolo che lo minacciasse; parlavano durante i banchetti, ma tacevano sotto tortura. Inoltre, viene spesso ripetuto quel proverbio frutto della medesima arroganza: "Tanti nemici, quanti schiavi": loro non ci sono nemici, ce li rendiamo tali noi. Tralascio per ora maltrattamenti crudeli e disumani: abusiamo di loro quasi non fossero uomini, ma bestie".

Dopo aver sentito l'ennesima tragedia, l'ennesimo sbarco di immigrati, l'ennesimo punto interrogativo a cui sembra non avere una benedetta risposta... Bè... Questo testo di Seneca (l'epistola 47) mi fa capire che, nonostante il passare del tempo, la tecnologia, l'evoluzione (evoluzione???) dell'uomo, siamo sempre di fronte ai soliti problemi, non essendo riusciti a risolverli...  



Ps. Vi riporto un video su "trattamenti speciali" riservati proprio oggi agli immigrati arrivati a Catania. Complimenti!!! A volte i bradipi hanno più sensibilità di noi uomini!
Scusate lo sfogo, ma sono proprio schifiata. Buon ferragosto a tutti.


2 commenti:

  1. Hai proprio ragione. Noi stessi siamo un popolo di migranti, dovremmo capirli. Mi hai fatto venire in mente la legge mosaica descritta nella Bibbia, che ordinava di trattare con rispetto gli schiavi e i residenti forestieri.
    http://wol.jw.org/it/wol/d/r6/lp-i/1200000195#h=0:0-22:391

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  2. una bellissima trovata, non c'è che dire... molto molto azzeccata.
    Paradossalmente, mi viene da pensare che, nonostante tutto, le condizioni dei migranti fossero senza dubbio migliori appena 50 anni fa. Curioso come in un mondo dai supposti larghi orizzonti il cosmopolitismo sia ancora un concetto da far paura. Curioso come gli esseri umani, nemmeno mezzo secolo fa, fossero molto più padroni di muoversi liberamente per la Terra di quanto non lo siano ora. Curioso come questa sfrenata globalizzazione abbia esteso paurosamente i soli confini della xenofobia e del lucro, ma non quelli dell'umanesimo, dell'umanità nel senso più largo del termine. Personalmente ho trovato commovente, come gesto esemplare, la "scappata" di Papa Francesco questa estate...

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