lunedì 26 agosto 2013

Fantastica rivisitazione di "Fantasticheria"


Buongiorno, miei cari lettori! Oggi vi vorrei parlare di uno spettacolo a cui ho assistito sabato 17 agosto e che si terrà nella sua forma completa giorno 28 agosto a Cava Pietra Franco a Modica e il 30 al castello di Donnafugata a Ragusa
Che c'entra allora l'albero di nespolo della foto sopra? Be'... Quello è "il nespolo" per eccellenza, proprio quello di Aci Trezza, di quella casa in cima a una piccola scalinata, accanto alla chiesa del paese, che nell'immaginario verghiano era la casa dei Malavoglia. Lì ogni mattina Padron ‘Ntoni sfidava la propria sorte, prendendo la via del mare. 


Nel museo della casa del nespolo si è svolto lo splendido e poetico recital teatral- musicale "Fantasticheria", con Marcello Perracchio (noto al grande pubblico anche per il ruolo del dottor Pasquano nella serie televisiva de "Il commissario Montalbano"), Federica Bisegna, Vittorio Bonaccorso, Agata Raineri, con la regia di Vittorio Bonaccorso, le musiche originali di Alessandro Cavalieri e  l'adattamento dei testi di Antonella Sturiale.




A volte è difficile descrivere attraverso le parole le emozioni che può suscitare uno spettacolo, una canzone, così come una telefonata con una persona importante o un tramonto... Quel sabato sera mi sono venuti i brividi grazie alla rivisitazione di "Fantasticheria", oltre che per il posto "sacro" in cui mi trovavo. 
Non credo sia facile portare in scena i classici della letteratura: bisogna avere un cast di alto livello, un ottimo adattamento per non rischiare di "uccidere" l'opera. Ci vuole amore, un'approfondita conoscenza del testo, che prima deve entrare nelle viscere, nel midollo e nel cuore di quelli che sono i "demiurghi" della rappresentazione; poi ci vuole dedizione, sudore, tanto tanto impegno, il dovuto rispetto per non storpiare un capolavoro ed evitare che l'autore originario si rivolti nella tomba. Ci vuole fermezza e costanza, soprattutto oggi, in cui la cultura italiana è relegata quasi in secondo piano. 
La compagnia Go.Do.T è riuscita al meglio in quest'impresa, associando passione e talento puro. Pura poesia il testo di Antonella Sturiale, che si sposava perfettamente e formava un tutt'uno con le dolci musiche di Alessandro Cavalieri. Perle di saggezza di qua e di là, che facevano capire la situazione siciliana ai tempi di Verga (e forse anche di oggi). Perchè il tempo, molte volte, si ferma per certe cose. I problemi e le paure degli uomini sono sempre gli stessi, molto spesso.


Una volta, mentre il treno passava vicino ad Aci-Trezza, voi, affacciandovi allo sportello del vagone, esclamaste: «Vorrei starci un mese laggiù!». Noi vi ritornammo, e vi passammo non un mese, ma quarantott’ore; i terrazzani che spalancavano gli occhi vedendo i vostri grossi bauli avranno creduto che ci sareste rimasta un par d’anni. La mattina del terzo giorno, stanca di vedere eternamente del verde e dell’azzurro, e di contare i carri che passavano per via, eravate alla stazione, e gingillandovi impaziente colla catenella della vostra boccettina da odore, allungavate il collo per scorgere un convoglio che non spuntava mai. In quelle quarantott’ore facemmo tutto ciò che si può fare ad Aci-Trezza: passeggiammo nella polvere della strada, e ci arrampicammo sugli scogli; col pretesto di imparare a remare vi faceste sotto il guanto delle bollicine che rubavano i baci; passammo sul mare una notte romanticissima, gettando le reti tanto per far qualche cosa che a’ barcaiuoli potesse parer meritevole di buscarsi dei reumatismi, e l’alba ci sorprese in cima al fariglione, un’alba modesta e pallida, che ho ancora dinanzi agli occhi, striata di larghi riflessi violetti, sul mare di un verde cupo, raccolta come una carezza su quel gruppetto di casucce che dormivano quasi raggomitolate sulla riva, e in cima allo scoglio, sul cielo trasparente e limpido, si stampava netta la vostra figurina, colle linee sapienti che vi metteva la vostra sarta, e il profilo fine ed elegante che ci mettevate voi... Che cosa avveniva nella vostra testolina mentre contemplavate il sole nascente? Gli domandavate forse in qual altro emisfero vi avrebbe ritrovata fra un mese? Diceste soltanto ingenuamente: «Non capisco come si possa vivere qui tutta la vita»Queste le parole dell'Io narrante siciliano alla sua amica francese (qui sopra col bel cappello e boa azzurro). In effetti, come può uno straniero(per non parlare di una donna francese, abituata al lusso e a determinate abitudini), come può capire le caratteristiche della vita di Aci Trezza? Come può accettare la monotonia della vita del paese e della sua società? Come si possono comprendere metafore della similitudini, come quella dell'ostrica e della formica? Solo chi ci vive può conoscere il "modus vivendi" tutto particolare degli abitanti della bella Aci Trezza baciata dal sole.


Dalle descrizioni, si viene catapultati in una vecchia e primitiva Aci Trezza. Lo spettatore è zitto, partecipe, assolutamente coinvolto in ciò che gli sta capitando davanti agli occhi. Sembra di assistere davvero a quel dialogo tra il narratore siciliano e l'amica francese, di ammirare "gli alberi e poi il mare, i colori dei fiori in un eterno cinguettar di uccellini. Odori di forno, di cucina, rumori di mestoli e padelle", con "la gente  tanto rugosa, con la pelle avvizzita, così arsa dal sole". Il pubblico diviene amico, complice dei protagonisti, mentre tra la folla Antonella Sturiale (che ha adattato i testi), ripete a fior di labbra le canzoni e recita le parti degli attori. Pensava di non essere vista... Peccato che la foto è venuta sgranata, ma vi giuro che è proprio così.


Una delle parti dello spettacolo che mi ha fatto venire letteralmente la pelle d'oca (e c'erano forse 1000 gradi quella sera... sia chiaro!), è quando, nel discorso tra l'Io narrante e la sua adorata amica francese, il primo afferma che "essere giovani è un talento. E' un talento del quale si guarisce pian piano, giorno dopo giorno, anno dopo anno, fin quando non lo perdi e ne acquisti altri di ben altra natura". Chi può negarlo, in effetti? Si è così vecchi dentro a volte (anche quando l'età anagrafica mostra solo pochi anni...). Lo vedo anche tra tanti miei coetanei... Sarà forse la società, forse la situazione politica/economica del nostro Paese, forse la mancanza di vedere giustizia a livello lavorativo e in altri campi... Chi può dirlo? 


Momenti ricchi di emozioni anche al termine dello spettacolo, quando sono state spiegate agli spettatori le due stanze del museo della casa del nespolo: in una vi sono preziosi documenti, come le lettere di Verga al fratello Pietro e un album fotografico, contenente una raccolta di immagini scattate da Giovanni Verga. C'è bisogno di commenti???

La seconda stanza è in ricordo del film "La terra trema" di Luchino Visconti, ispirato al capolavoro del verismo "I Malavoglia".  Il grandioso regista iniziò le riprese nel novembre del 1947, ricorrendo solo ad attori non professionisti, ad abitanti del luogo, che parlavano lingua siciliana e vivevano la loro dura esistenza quotidiana. Semplicemente fantastico!!!





L'appuntamento con la rivisitazione di "Fantasticheria" del gruppo teatrale Go.Do.T. è il 28 agosto a Cava Pietra Franco a Modica e giorno 30 al castello di Donnafugata a Ragusa. Se siete nei paraggi, non perdetevelo!!!



1 commento:

  1. Grazie meravigliosa Alessandra. Mi hai commossa.
    Antonella

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