giovedì 22 novembre 2012

ILLEGAL DINNER: POCO SPENDI, ASSAI MANGI

Buon pomeriggio, cari amici. Sentivate un pò la mia mancanza? Bè... Spero di sì. Vi riporto un mio articolo pubblicato ieri sulla rivista online Chair. Stavolta ho parlato di... Illegal dinner! Vi incuriosisce? 

“Se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto”

È risaputo che, da sempre, l’arte di arrangiarsi è fondamentale. Oggi più che mai… In un’epoca in cui la situazione non è delle migliori (per usare un eufemismo), la crisi economica rende incerti e insicuri  e trovare un lavoro stabile sembra quasi più difficile che vincere alla lotteria, l’ essere propositivi e l’inventare qualcosa di nuovo può essere una soluzione. Da cui, perché no, trarre anche benefici e guadagni.
L’Illegal dinner è una nuova idea che cerca di far fronte alla difficoltà di andare a cena fuori con gli amici; può rappresentare una soluzione, almeno se si vive a Manhattan o Brooklyn o se si dovessero visitare le due città. Si tratta di un clandestino Supper Club stile: con solo 40 dollari e un tot di tasse irrisorie, si ottiene un pasto in stile familiare e vino illimitato. Un pranzo a casa di sconosciuti, dove magari non si troveranno cibi raffinati cucinati da cuochi della guida Michelin, ma almeno potrà essere più facilmente alla portata di tutti e si potrà fare conoscenza di nuove persone.


Un esempio del menu? Chicken Satay (un piatto tipico thailandese, che consiste in degli spiedi sui quali poter sgranocchiare pollo piastrato e insaporito con salsine varie), peanut-cocco immersione, pesce con salsa piccante, carne di maiale allo spiedo, rana pescatrice avvolta in foglie di banano con Chu- Chee curry, zenzero, coriandolo e latte di cocco e altri piatti tipici.
Ma questo tipo di cene esistono solo in America? Niente affatto! Londra, Parigi, Dublino e forse anche Roma le città in cui si può vivere questa nuova esperienza diversa dal solito.
“Ho scoperto le cene segrete grazie ad un link sul sito della libreria inglese Shakespeare& Co. a Parigi: mi preparavo allora a trasferirmi nella capitale francese ed ero alla ricerca di offerte lavorative”.
Queste le parole  di  Shakira Jones, 26 anni, una giornalista inglese, che ora vive a Roma. “Lessi che le cene si svolgevano ogni domenica da circa 25 anni, al punto che pareva quasi un appuntamento storico da non perdere. Avevo anche letto che lo stesso organizzatore gestiva anche una piccola casa editrice e il legame letterario fu per me di ulteriore stimolo. Mi piace l’idea di un certo numero di sconosciuti provenienti da ogni parte del mondo che si ritrovano a cena in casa di qualcuno, a maggior ragione poiché si tratta di una vera e propria cena e non di un semplice incontro in un bar. Una cena suscita, infatti, conversazioni più interessanti ed ha il carattere di un rituale”.






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