martedì 22 novembre 2011

PREMIO MARIA GRAZIA CUTULI (PARTE 2):PERCHE' E' IMPORTANTE ESSERCI?

Buongiorno, miei cari amici! Stamattina vi voglio parlare dei giornalisti italiani vincitori della VII edizione del premio internazionale Maria Grazia Cutuli. 
Claudio Monici, Domenico Quirico, Elisabetta Rosaspina e Giuseppe Sarcina sono professionisti  molto differenti tra loro, con esperienze, modi di essere e di fare che a volte sembrano lontani anni luce. Ma sono quattro persone accomunate dall'Amore per il loro mestiere, da grande sensibilità e da valori profondi. Oltre, naturalmente, all'esperienza terribile che hanno vissuto pochi mesi fa in Libia, sfiorando la morte. Arrivati a Tripoli,infatti, il loro autista Al Madi sbaglia strada. Vengono catturati e Al Madi vien ucciso davanti ai loro occhi.


Poteva accadere di tutto, ma nella sfortuna, sono stati davvero fortunati questi eroi. La "stranezza" della guerra di Libia li ha salvati. Due uomini dello stesso gruppo dei rapitori, alla fine, non si sa per quale arcano motivo, decidono di salvarli( addirittura dividendo con loro il poco cibo e bevande rimastogli). 
Certo che la vita è proprio strana a volte! Non credete? Ma cosa è che spinge i giornalisti ad avventurarsi in luoghi così pericolosi? Insomma... Chi glielo fa fare? Perchè rischiare la vita? Stupenda la risposta: solo essendo in un determinato posto si può raccontare un momento in cui c'è il passaggio degli uomini da una condizione a un'altra. Che coraggio, che grinta!
Personalmente, non credo che il giornalismo sia un mestiere come gli altri, ma una missione, così come professioni come il medico, il volontario o l'insegnante. Anche se i giornalisti premiati, con molta modestia, hanno negato ciò.



Elisabetta Rosaspina, inviata del Corriere della Sera, ha ammesso che non avrebbe mai pensato di potersi salvare. "Pessimista come sono...Si cercava solo di immaginare cosa sarebbe successo 5 minuti, 1 ora dopo".
La  sua vicenda e quella dei colleghi è stata opposta a quella di Maria Grazia Cutuli, ma "il fatto di ricevere un premio in suo ricordo, è un grande conforto", ha affermato con un soffio di voce, durante la premiazione di sabato pomeriggio nello splendido scenario del teatro Massimo Bellini di Catania. 


La Cutuli è stata un esempio di serietà, professionalità, amore per i popoli di cui scriveva. Era una testimone di pace, che cercava sempre e comunque la verità. Chissà come avrebbe descritto le tensioni e manifestazioni che stanno scoppiando nel Mediterraneo... Sicuramente dando voce a chi rimane, solitamente, dietro le quinte, quindi ai più deboli. 

Molto interessanti sono stati gli interventi di Khaled Fouad Allam, dell'ambasciatore Antonio Badini, di Laura Boldrini e di Susanna Fioretti. Interventi riguardanti l'attualità, descrivendo con estrema precisione le situazioni politiche in Egitto, in Libia e in Siria.
C'è bisogno di una informazione più libera, più chiara e completa. Un'informazione che non provochi paura e terrore per le immigrazioni, ma che diffonda un sentimento di solidarietà. Bisogna, quindi, investire sull'integrazione, ma ovviamente è impossibile a euro zero! 
La parte più toccante della serata, secondo me, è stato l'intervento di Fabrizio Villa, il fotoreporter premiato come miglior giornalista siciliano emergente. Così emozionato da uscire a malapena le parole, ha ricordato l'amica Maria Grazia quando si fecero un giro in moto a Catania. "Prendo questo premio come una carezza dal cielo", ha detto il giornalista messinese. Che meraviglia vedere persone capaci di commuoversi in pubblico! 
Voglio terminare questo articolo, proprio riprendendo la splendida frase di Fabrizio Villa, con la canzone di Celentano "Una carezza in un pugno". "Mi sembrerà di cogliere una stella in mezzo al ciel, così tu non sarai lontano quando brillerai nella mia mano"... Ciao Maria Grazia, stella luminosa in questo periodo oscuro. Grazie per il tuo alto esempio!




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