mercoledì 16 novembre 2011

LIBRI:VALORI ABBANDONATI O MAI DIMENTICATI?


"Ignoravo il piacere che può dare la parola scritta, il piacere di penetrare nei segreti dell'anima, di abbandonarsi all'immaginazione, alla bellezza e al mistero dell'invenzione letteraria"
(Carlos Ruiz Zafon)


Forse non ci sono giorni della nostra adolescenza
vissuti con altrettanta pienezza di quelli
che abbiamo creduto di trascorrere senza averli vissuti,
quelli passati in compagnia del libro prediletto. 
(Marcel Proust)

Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me.
Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la consolazione nel cuore.
Altri mi insegnano a conoscere me stesso
e mi ricordano che i giorni corrono veloci e che la vita fugge via.
(Francesco Petrarca)

Quelli che mi lasciano proprio senza fiato
sono i libri che quando li hai finiti di leggere
vorresti che l'autore fosse un tuo amico per la pelle
e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira.
(Jareme David Salinger)


Buongiorno miei cari amici! Oggi la giornata a Catania è uggiosa... Piove e il cielo è minaccioso, ma sono ugualmente contenta per l'argomento che sto trattando... I cari, vecchi (?) libri... 
Nella giornata di ieri mi sono impegnata a cercare di ordinare le miriadi di idee che arrivavano nella mia testa, sempre un pò "matta". Spero di rendere piacevole, allegro e brioso questo tema! Domanda da 1.000.000 di euro: gli Italiani, oggi, sono così poco amanti della lettura ? Bè... La maggioranza afferma di sì, ma io non ne sarei così sicura...
Credo che sappiate (è stato molto pubblicizzato in tv , nelle radio e nei giornali) che domenica scorsa è uscito con il "Corriere della Sera" un nuovo inserto. Indovinate il titolo? "La lettura", ovviamente! Qui sotto vi ripropongo la splendida copertina...




Una foto sgranata, apparentemente rubata con un telefonino: un uomo è seduto, con un paio di manette al polso. Attorno, una stanza avvolta dalla penombra. È una prigione. Lo sguardo dell' uomo è rivolto verso l' osservatore: non c' è rassegnazione, né paura, né fierezza. È lo sguardo di un uomo che non esprime giudizio. Quell' uomo si chiama Ai Weiwei: artista, designer e attivista cinese, che dal 2 aprile al 22 giugno 2011 è stato recluso per la sua opposizione al regime.
Il nuovo inserto culturale del "Corriere" ha ottenuto un così grande successo che è stato distribuito, nuovamente, nei giorni scorsi. Un segnale importante... Forse, in realtà, siamo ancora affamati di cultura e cerchiamo nei libri ciò che non troviamo intorno a noi. Personalmente la vedo così... Che ne dite?

Non voglio sembrare una saputella che legge libri dalla mattina alla sera. Non lo sono. Anzi... Tra lo studio, i mille impegni di ogni giorno, molto spesso non riesco a leggere come vorrei! 
Ammiro le persone che riescono a dedicare un pò di tempo a un libro a fine giornata. Cioè quando io non vedo l'ora di uscire o vedere una commedia per rilassarmi un pò!  Debbo ammettere che facebook mi sta aiutando... Sì avete capito bene! Ci sono dei miei amici, giornalisti, che scrivono ad un giornale culturale catanese( a proposito, correte a leggerlo assolutamente! Andate su www.lestroverso.it!) a cui devo dire un GRAZIE enorme. Grazie per i loro taggamenti di opere di Leopardi, Zanzotto, Carmelo Bene e Yves Bonnefoy (solo per citarne alcuni...). Mi state facendo crescere tanto, mi state dando fiducia e mi stimolate ogni giorno a cercare e a conoscere nuovi  stupendi autori. Grazie Grazia(scusate il gioco di parole) e Luigi!  :)

Bene... Tornando a noi... Dicevamo... I libri... Amici, nemici o (peggio ancora) oggetti indifferenti che servono solo a riempire le nostre librerie, magari lasciandoli impolverati lì, soli soletti?


Per me sono degli amici, dei cari, carissimi amici di vecchia data, con cui, magari, non ci si sente ogni giorno. Ma sono lì, fedeli come i cani, ad aspettarmi, pronti a  consigliarmi e a insegnarmi affascinanti novità e a saziarmi nella mia infinita sete di conoscenza.

D'un tratto, come un raggio di sole, mi è sobbalzato in mente indovinate cosa? Il V canto dell'Inferno, la vicenda di Paolo e Francesca, i due cognati innamoratisi mentre leggevano le avventure di Lancillotto e Ginevra... 
 " Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.                 
  Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.                      
  Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense».
Queste parole da lor ci fuor porte.                         
  Quand'io intesi quell'anime offense,
china' il viso, e tanto il tenni basso,
fin che 'l poeta mi disse: «Che pense?».                    
  Quando rispuosi, cominciai: «Oh lasso,
quanti dolci pensier, quanto disio
menò costoro al doloroso passo!».                           
  Poi mi rivolsi a loro e parla' io,
e cominciai: «Francesca, i tuoi martìri
a lagrimar mi fanno tristo e pio.                           
  Ma dimmi: al tempo d'i dolci sospiri,
a che e come concedette amore
che conosceste i dubbiosi disiri?».                         
  E quella a me: «Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice
ne la miseria; e ciò sa 'l tuo dottore.                     
  Ma s'a conoscer la prima radice
del nostro amor tu hai cotanto affetto,
dirò come colui che piange e dice.                          
  Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;
soli eravamo e sanza alcun sospetto.                        
  Per più fïate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.                      
  Quando leggemmo il disïato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,                       
  la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante».                    
  Mentre che l'uno spirto questo disse,
l'altro piangëa; sì che di pietade
io venni men così com'io morisse.                           
  E caddi come corpo morto cade.



 La lettura del romanzo cavalleresco, proibito da papa Innocenzo III, sull'amore adulterino tra la regina Ginevra, sposa di re Artù, e il cavaliere Lancillotto, fu sicuramente un'iniziativa di Paolo, anche perché Francesca, definendo il libro "galeotto", sembra voler attribuire alla letteratura cavalleresca quella morbosità colpevole d'accendere le fantasie più malsane, di cui lo stesso Dante in parte sarebbe responsabile, quando in gioventù aveva aderito alla poesia amorosa con il Dolce Stil Novo.
Che romanticismo! Passa il tempo, aumentano gli scrittori, ma Dante rimane sempre Dante! Guardate sotto la recitazione (da brividi) del V canto da parte di Vittorio Gassman...



Pura poesia... Vero? E adesso, cari amici, vi lascio in ottima compagnia. Con il Roberto nazionale che spiega, con la sua passione e il suo modo unico di fare, il verso"amor ch'a nullo amato amar perdona". Buona visione!






Nessun commento:

Posta un commento